RESPINTO IL RICORSO DEL VENETO SUI VACCINI

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Non che ci fosse da illudersi sul risultato, ma la sentenza odierna della Corte Costituzionale sul ricorso della Regione Veneto contro i vaccini obbligatori lascia l'amaro in bocca.
Tale sentenza infatti dimostra come la legge sia estremamente duttile e manipolabile, pur di farla coincidere con fini predeterminati.
Se ricordate bene infatti, l'obbligo vaccinale era stato imposto "in quanto si era in presenza di una situazione di emergenza" (la famosa epidemia di morbillo, peraltro inesistente). Ma oggi la Corte ha stabilito che "il passaggio da una strategia basata sulla persuasione a un sistema di obbligatorietà si giustifica alla luce del contesto attuale caratterizzato da un progressivo calo delle coperture vaccinali".
In altre parole, l'obbligo rimane, ma per un motivo diverso da quello che lo aveva causato. Non è più l'"emergenza sanitaria" a dettarlo, ma il semplice fatto "che le vaccinazioni siano in calo".
Curioso modo di piegare la legge (e la logica) ai voleri dei propri padroni.
La Corte inoltre ha stabilito che "la mancata vaccinazione non comporta l’esclusione dalla scuola dell’obbligo dei minori, che saranno di norma inseriti in classi in cui gli altri alunni sono vaccinati." Cade quindi nel buio anche quella mossa terroristica che era iniziata con la minaccia di togliere la patria potestà ai genitori che non vaccinano i figli. Ora il tutto si riduce a potenziali sanzioni pecuniarie, da comminare oltretutto dopo una serie di colloqui con i genitori non adempienti.
Il nulla più assoluto, quindi, sul fronte della motivazione originale, e il nulla più assoluto su quello delle conseguenze per chi va a scuola.
Ma nel frattempo l'obbligo è passato, le case farmaceutiche hanno fatto i loro luridi affari, e gli italiani vissero tutti felici e contenti.
Massimo Mazzucco.

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