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29 luglio 2019

I prodotti farmaceutici riducono il magnesio dal corpo, aumentando il rischio di malattie

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I prodotti farmaceutici ti fanno star male? La ricerca mostra che i farmaci da banco popolari possono esaurire il corpo di magnesio, portando a una carenza pericolosa e potenzialmente a una malattia. 

Anche la FDA è stata costretta ad ammettere che gli inibitori della pompa protonica - farmaci popolari usati per trattare l'eccesso di acido nello stomaco - rappresentano una minaccia per la salute umana, specialmente se usati per lunghi periodi di tempo.

Traduzione a cura di Vivereinmodonaturale.com

L'assunzione regolare di inibitori della pompa protonica o PPI può portare a carenza di magnesio e, in definitiva, a qualsiasi numero di malattie correlate a bassi livelli di magnesio. 

Gli IPP non sono gli unici farmaci che possono influire negativamente sullo stato nutrizionale; ci sono molti farmaci popolari che possono privare il tuo corpo di nutrienti essenziali come calcio e vitamine del gruppo B. Queste informazioni, ovviamente, non vengono quasi mai condivise con i pazienti. E dove ci sono carenze di nutrienti, ci sono cattive condizioni di salute.
Non c'è da stupirsi che così tanti americani assumano più farmaci da prescrizione .

Il farmaco OTC comune provoca carenza di nutrienti

Gli IPP sono prontamente disponibili come opzione da banco (OTC) per le persone che desiderano trattare il reflusso acido o la malattia da reflusso gastroesofageo (GERD). Come spiega Healthline , i PPI funzionano prevenendo o diminuendo la quantità di acido prodotta dallo stomaco. Questo dovrebbe aiutare a prevenire il bruciore di stomaco e dare al tuo corpo il tempo di guarire.

Mentre la medicina tradizionale considera i PPI come "sicuri", la FDA ha pubblicato un annuncio di pubblica sicurezza nel 2011 dopo che l'uso di PPI era collegato alla carenza di magnesio, che può causare effetti devastanti sulla salute. Questi includono battito cardiaco irregolare, convulsioni, spasmi muscolari e altre conseguenze a lungo termine . L'unico modo per risolvere la carenza di magnesio correlata al PPI è di interrompere il trattamento.

Come notano le fonti, la FDA afferma che i PPI sono sicuri purché siano presi "come indicato". Ma come riportato da Healthline , i PPI da banco devono essere presi solo per due settimane e arrivano a dosi inferiori rispetto a prescrizione.

Il venti percento degli adulti intervistati ammette di non seguire le istruzioni sulle etichette dei farmaci OTC. "Sicuro" è un termine relativo.
La carenza di magnesio causata dagli IPP può essere pericolosa per la vita, ma la maggior parte delle persone potrebbe non sapere mai che sono carenti. 
Con tutto, ci sono diversi livelli di carenza. Una vita a basso contenuto di magnesio può causare molti problemi di salute che non sono mai direttamente attribuiti allo stato nutrizionale.

Come spiega il Dr. Mark Sircus, la carenza di magnesio è un problema mondiale. Anche un moderato aumento dell'assunzione di magnesio può ridurre notevolmente il rischio di infarti e ictus nelle popolazioni vulnerabili. Gli studi hanno anche dimostrato che un basso apporto di magnesio può avere effetti negativi sulla salute mentale, sulla funzione ormonale e sui livelli di zucchero nel sangue.

I prodotti farmaceutici esauriscono il tuo corpo

Il magnesio non è l'unico nutriente che il PPI può derubarti. 
Come riporta Harvard Health Letter , i PPI possono anche interferire con la capacità del corpo di assorbire la vitamina B12
La B12 è necessaria per mantenere le cellule nervose sane e produrre globuli rossi, RNA e DNA. Aiuta anche il corpo a convertire lo zucchero in energia, a usare meglio il ferro e molto altro. Gli IPP possono anche causare bassi livelli di calcio. Il calcio è essenziale per la salute delle ossa e svolge anche molti ruoli importanti nel corpo.

I PPI non sono gli unici farmaci che possono esaurire il corpo di nutrienti vitali. 
I corticosteroidi possono anche causare carenze di magnesio, calcio e B12.
La popolare metformina per il diabete è legata a bassi livelli di folati (un'altra vitamina B) e B12. Le statine interferiscono anche con la produzione dell'enzima CoQ10, che è la chiave per le cellule sane.

Molti farmaci comuni possono esaurire il tuo corpo di nutrienti vitali. Questo, a sua volta, può portare a una serie di sintomi - ma in molti casi, gli effetti e le fonti di carenza di nutrienti non sono mai collegati alla loro vera causa. I prodotti farmaceutici possono causare "deplezione di nutrienti indotta da farmaci" attraverso una varietà di meccanismi, ma le carenze possono passare inosservate per lunghi periodi di tempo. E sfortunatamente, la medicina moderna sembra aver gettato fuori dalla finestra una buona alimentazione.

Maggiori informazioni sugli effetti collaterali dei farmaci e altro su Medicine.news .

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24 febbraio 2016

Più si beve latte e più calcio si perde dalle ossa: parola del British Medical Journal

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Marcello Pamio - 14 gennaio 2016
Non esiste alimento migliore. Il latte che sgorga dalle mammelle è da sempre raccomandato da medici e nutrizionisti per il fabbisogno proteico e soprattutto per l’apporto di calcio, minerale questo fondamentale per far crescere e mantenere in salute la struttura ossea.
Fin qui nulla da eccepire se si trattasse del latte di mamma e se le mammelle fossero di una bella madre e non di una vacca ingravidata artificialmente.
Questa premessa è obbligatoria perché ancora oggi c’è chi confonde le due cose. Si confonde il latte materno, vero e unico nutrimento basilare per il sano e corretto sviluppo del neonato d’uomo, con il latte di vacca, alimento predisposto esclusivamente per la crescita rapidissima dei vitelli.
Confusione questa assai pericolosa per la salute umana, ma ormai incarnata nell’inconscio collettivo per la gioia delle lobbies alimentari e farmaceutiche.
Per fortuna sempre più studi scientifici stanno evidenziando e sottolineando tale rischio, affermando che il latte vaccino non va bene per l’alimentazione umana.
L’ennesima ricerca arriva dalla svedese università di Uppsala è ed stata pubblicata su uno dei giornali scientifici più accreditati al mondo, il British Medical Journal.
Nello studio vengono presi in esame due grandi coorti composte da 61.433 donne (dai 39 ai 74 anni) e 45.339 uomini (dai 45 ai 79 anni), monitorati per ben 20 anni.
Durante il follow-up medio di 20 anni, 15.541 donne sono morte e 17.252 hanno avuto una frattura ossea, delle quali 4.259 all’anca. Per gli uomini in un follow-up medio di 11,2 anni, 10.112 sono morti e 5.066 hanno avuto una frattura, dei quali 1.116 all’anca.
Le conclusioni dello studio svedese non lasciano spazio a nessun dubbio: i ricercatori hanno scoperto che non solo non vi è stata alcuna riduzione delle fratture ossee nelle persone che hanno consumato latte, ma addirittura nelle donne il consumo stesso di latte è stato associato ad una maggiore probabilità di subire una frattura.
Le persone che hanno bevuto tre bicchieri o più di latte al giorno avevano il doppio delle probabilità di morire presto rispetto a chi ne aveva consumato meno di uno.
L’autore dello studio, il professor Karl Michaelsson, spiega che i loro risultati “possono mettere in dubbio la validità delle raccomandazioni su un consumo elevato di latte per prevenire le fratture da fragilità. Un maggior consumo di latte nelle donne e uomini non è accompagnato da un minor rischio di frattura. Invece può essere associato ad un più alto tasso di morte”.
Ma non ci hanno sempre detto che per prevenire l’osteoporosi bisogna bere tanto latte e mangiare tanti formaggi?
Questa cosa è risaputa da sempre in chi si occupa seriamente di nutrizione umana, mentre è ancora un’eresia da estirpare con ogni mezzo per coloro che studiano sui libri scritti dalle lobbies farmaceutiche e si basano sulle piramidi alimentari redatte dalle industrie alimentari!
A parte le sterili diatribe sul latte sì o latte no, i dati parlano chiaro: nei paesi maggiori consumatori di latte e latticini vi è il maggior numero di fratture ossee. E questo è un dato di fatto assodato.
Come si spiega? Come la mettiamo?
Semplicissimo: da una parte l’elevato contenuto del lattosio, lo zucchero del latte che crea un ambiente acidificante dato che a livello intestinale viene degradato ad acido lattico, e tale ambiente fa aumentare le infiammazioni e lo stress ossidativo. Condizioni queste alla base di un maggior rischio di mortalità e paradossalmente di fratture ossee.
Nella medesima ricerca tale associazione di rischio è stata osservata anche con l’assunzione dei derivati del latte come i formaggi, anche se in questo caso sono andati coi piedi di piombo per non andare a cozzare esageratamente contro interessi economici enormi (industria casearia).
E’ bene ricordare che il latte di un mammifero è specie-specifico quindi adatto e perfetto per il cucciolo di quella specie. Il latte di donna per esempio è perfetto per il neonato dell’uomo, la cui crescita è molto lenta, mentre il latte di vacca è perfetto per far crescere molto velocemente il vitello. Un neonato in sei mesi raggiunge il peso di circa 7/8 kg, mentre nello stesso periodo il vitello oltre 300 kg.
Quindi è normale che il latte vaccino contenga livelli spropositati di ormoni della crescita (estrogeni ma non solo), cosa che non ha il latte umano. Questo esubero di ormoni andrà a squilibrare in senso negativo la funzionalità delle ghiandole endocrine e tutto il delicatissimo asse ormonale umano (ipofisi, tiroide, seni, ovaie, testicoli, prostata, ecc.).
Altre ricerche hanno riscontrato che il latte delle vacche da allevamento intensivo (tutto il latte venduto nella grande distribuzione) contiene un ormone, l’estrone solfato, in maniera 33 volte superiore a quello delle vacche che producono latte normalmente.
L’estrone solfato è imputato di essere la causa di numerosi tumori ormono-sensibili: seno, prostata, testicoli e colon...
Un altro fattore imputato nei tumori al seno e alla prostata è l’Insulin-like Growth Factor (IGF-1). Questo ormone, isolato nel latte vaccino, è stato ritrovato a livelli plasmatici elevati nei soggetti che consumano regolarmente latticini. Altri principi nutritivi che aumenterebbero i livelli di IGF-I sono pure presenti nel latte vaccino.
La d.ssa Susan Hankinson di Harvard ha dimostrato che le donne sotto i 50 anni con i tassi di IGF-1 più elevati hanno un rischio 7 volte maggiore di contrarre il cancro al seno rispetto a donne con valori bassi. Stessa cosa per il cancro alla prostata, solo che in questo caso gli uomini con maggior IGF avevano un tasso di rischio fino a 9 volte maggiore.
Infine il latte vaccino è un alimento difficilmente digeribile e assimilabile per il nostro metabolismo in quanto sempre più spesso l’uomo è privo dei due enzimi basilari imputati a questo compito: la rennina e la lattasi.
L’intolleranza al lattosio colpisce il 95% dei soggetti asiatici, il 74% dei nativi americani, il 70% degli africani, il 53% dei messicani e il 15% dei caucasici. Non esiste al mondo una sostanza intollerante quanto il latte vaccino. Ci sarà un motivo oppure no?
Senza questi enzimi o con una loro carenza, le proteine e gli zuccheri del latte non sono correttamente digeribili e possono creare nel tempo seri problemi all’organismo (problemi gastro-intestinali, diarrea, flatulenza, morbo di crohn, ecc.).
La medicina naturale sa queste cose da sempre, mentre la medicina allopatica è ancora dell’idea che il latte vaccino sia l’alimento perfetto per l’essere umano, l’alimento che protegge le ossa dall’osteoporosi…
E questo anche se, come dice l’oncologo Franco Berrino, “non esiste un solo studio che abbia documentato che una dieta ricca di latticini in menopausa sia utile ad aumentare la densità ossea e a prevenire le fratture osteoporotiche”. Invece ciò che è risaputo è che “la frequenza di fratture in menopausa è tanto maggiore quanto è maggiore il consumo di carne e di latticini”.
Esattamente il contrario di quello che ci viene detto.
Beata ignoranza…
Lo studio è pubblicato nel sito ufficiale del British Medical Journal www.bmj.com/content/349/bmj.g6015    Ricopiato da http://www.disinformazione.it/Latte3.htm

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