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06 marzo 2020

DR.SSA THERESA DEISHER: L'IMPROVVISO INCREMENTO DELL'AUTISMO CORRISPONDE ALL'INTRODUZIONE DI VACCINI CHE UTILIZZANO CELLULE UMANE FETALI ABORTIVE!

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  • Si continua a discutere sull’incremento dei casi di autismo e sulla sua correlazione con frammenti di DNA umano.
  • Gli scienziati del Sound Choice Pharmaceutical Institute (SCPI) hanno trovato che l’aumento nella diffusione dell’autismo corrisponde all’introduzione di vaccini che utilizzano cellule umane fetali abortive e contaminanti retrovirali.
  • la Dr Theresa Deisher; il suo studio succede a quello pubblicato dal Dr. Brian Hooker, il quale  ha trovato un 340 per cento di aumento del rischio di autismo nei bambini afro-americani che ricevono il vaccino MMR (morbillo-parotite-rosolia).




Epidemiologic and MolecularRelationshipBetween VaccineManufacture and AutismSpectrumDisorderPrevalence.
Prima di parlare delle rivelazioni della Dr Theresa Deisher,ricordiamo lo studio pubblicato dal Dr. Brian Hooker, dottore di ricerca in peer reviewed Journal  traslazionale neurodegenerazione  e ha trovato un 340 per cento aumento del rischio di autismo nei bambini afro-americani che riceve il morbillo-parotite-rosolia (MMR) in tempo. (1)
FONTE E ASTRATTO
  • Measles-mumps-rubella vaccination timing and autism among young african american boys: a reanalysis of CDC data
Brian S Hooker,
Correspondence: Brian S Hookerbhooker@simpsonu.edu


Simpson University
Redding, CA, USA,Translational Neurodegeneration 2014, 3:16.

Abstract

BACKGROUND

A significant number of children diagnosed with autism spectrum disorder suffer a loss of previously-acquired skills, suggesting neurodegeneration or a type of progressive encephalopathy with an etiological basis occurring after birth. The purpose of this study is to investigate the effectof the age at which children got their first Measles-Mumps-Rubella (MMR) vaccine on autism incidence. This is a reanalysis of the data set, obtained from the U.S. Centers for Disease Control and Protection (CDC), used for the Destefano et al. 2004 publication on the timing of the first MMR vaccine and autism diagnoses…
***(Speriamo sia ancora disponibile a questo link)***

Ricordiamo la pubblicazione nell’anno 2014 dello studio del Dr Theresa Deisher. Questo continua a far parlare di sé . Cerchiamo di ricordare anche qualche fonte in merito.
Un nuovo studio pubblicato sul numero di settembre 2014 del Journal of Public Health and Epidemiology rivela una significativa correlazione tra il disturbo autistico (AD) e i vaccini MPR (morbillo, parotite e rosolia), quello contro la varicella e quello contro l’epatite-A.
Utilizzando l’analisi statistica e i dati forniti dai governi di Stati Uniti, Regno Unito, Danimarca e Australia occidentale, gli scienziati del Sound Choice Pharmaceutical Institute (SCPI) hanno trovato che l’aumento nella diffusione dell’autismo corrisponde all’introduzione di vaccini che utilizzano cellule umane fetali abortive e contaminanti retrovirali.
Ancora più allarmante quanto afferma la Dr Theresa Deisher, autrice dello studio, laureata in  Fisiologia Cellulare e Molecolare presso la Stanford University e  fondatrice dello SCPI:
  • “I vaccini  contaminati da cellule umane fetali non solo sono associati con disturbo autistico in tutto il mondo, ma anche con un’epidemia di leucemia infantile e linfomi.”
Un nuovo studio quindi  – che arriva contemporaneamente  alle notizia che il CDC ha deliberatamente nascosto la prova del significativo aumento di autismo tra i bambini afro-americani che erano stati vaccinati prima di 36 mesi di età. – solleva seri interrogativi sulla sicurezza dei vaccini, in particolare per la presenza in essi di cellule umane fetali abortive. Ancora un nuovo studio di cui in Italia non avremo notizia dalla stampa ufficiale, un nuovo studio che sembra non interessare nessuno.
Da parte nostra crediamo che le scoperte dello studio dovrebbero produrre quantomeno un’inchiesta immediata da parte della FDA, se non un aperto divieto dell’uso di cellule umane fetali abortive come substrato per la produzione di vaccini.



 Dr. Theresa Deisher
La Dr. Theresa Deisher, un dottorato di ricerca in Fisiologia Cellulare e Molecolare presso la Stanford University.
  • “E ‘possibile che questi frammenti contaminanti potrebbero essere incorporati nel genoma di un bambino e  perturbare la funzione del gene normale, portando a fenotipi autistici.”
Si può leggere lo studio completo QUI .
La Dr. Theresa Deisher ha trascorso oltre 19 anni nel settore della biotecnologia con varie aziende come la Genentech, Repligen, Amgen e le sue scoperte hanno portato a sperimentazioni cliniche per patologie multiple.


L’importanza di una ricerca indipendente

Quando si parla di studi scientifici in materia di vaccini, siamo bombardati da studi sponsorizzati dalle case farmaceutiche, studi che sono sponsorizzati dai produttori di vaccini stessi.Questi sono gli studi utilizzati per giustificare la sicurezza dei vari vaccini ricevuti dai bambini poco dopo la loro nascita e nella loro infanzia.
E’ aberrante come le molte pubblicazioni scientifiche peer-reviewed, antiche e recenti, indichino chiaramente i molteplici pericoli associati ai vaccini ma nonostante ciò,il pubblico è bombardato pesantemente dalla mala informazione. Sappiamo che grande giro d’interesse ci sia.
La verità è, una gran parte della folla “anti vaccinazione” comprende scienziati, PhD, e professori. Movimenti “anti-vaccinazione” sono supportati da una enorme quantità di scienza.
Questo è esattamente il motivo per cui la ricerca indipendente è così importante. I documenti ottenuti da Lucija Tomljenovic, (un altro scienziato e indipendente ricercatore che ha fatto luce su fatti importanti circa le vaccinazioni) PhD, del Gruppo di Ricerca Neurali Dynamics presso il Dipartimento di Oftalmologia e Scienze Visive presso l’Università della British Columbia rivelano che i produttori di vaccini, farmaceutica le imprese e le autorità sanitarie hanno saputo di più pericoli associati con i vaccini, ma ha scelto di trattenere loro dal pubblico. Questa è la frode scientifica, e suggerisce che questa pratica continua fino a oggi. ( fonte ) Un recente informatore del CDC ha recentemente ammesso che il CDC ha omesso dati che collega i vaccini per l’autismo, si può leggere di più su questo qui .
ASTRATTO E FONTE

The vaccination policy and the Code of Practice of the Joint Committee on Vaccination and Immunisation (JCVI): are they at odds?

Lucija Tomljenovic, PhD Neural Dynamics Research Group, Dept. of Ophthalmology and Visual Sciences, University of British Columbia, 828 W. 10th Ave, Vancouver, BC, V5Z 1L8, lucijat77@gmail.com
Introduction
No pharmaceutical drug is devoid of risks from adverse reactions and vaccines are no exception. According to the world’s leading drug regulatory authority, the US Food and Drug Administration (FDA), vaccines represent a special category of drugs in that they are generally given to healthy individuals and often to prevent a disease to which an individual may never be exposed [1]. This, according to the FDA, places extra emphasis on vaccine safety. Universally, regulatory authorities are responsible for ensuring that new vaccines go through proper scientific evaluation before they are approved. An equal responsibility rests on the medical profession to promote vaccinations but only with those vaccines whose safety and efficacy has been demonstrated to be statistically significant. Furthermore, vaccination is a medical intervention and as such, it should be carried out with the full consent of those who are being subjected to it. This necessitates an objective disclosure of the known or foreseeable risks and benefits and, where applicable, a description of alternative courses of treatment. In cases where children and infants are involved, full consent with regards to vaccination should be given by the parents…
ALLEGATI

“E ‘possibile che questi frammenti contaminanti vengano incorporati nel genoma di un bambino e vadano a perturbare la funzione del gene normale, portando a fenotipi autistici.”
Si può leggere lo studio completo QUI .
FONTE
http://edgytruth.com/2015/04/01/stanford-scientist-proving-dna-fragments-in-vaccines-cause-autism-great-read/#

ALTRA NOTIZIA CORRELATA
B-lymphocytes from a population of children with autism spectrum disorder and their unaffected siblings exhibit hypersensitivity to thimerosal.

Abstract

The role of thimerosal containing vaccines in the development of autism spectrum disorder (ASD) has been an area of intense debate, as has the presence of mercury dental amalgams and fish ingestion by pregnant mothers. We studied the effects of thimerosal on cell proliferation and mitochondrial function from B-lymphocytes taken from individuals with autism, their nonautistic twins, and their nontwin siblings. Eleven families were examined and compared to matched controls. B-cells were grown with increasing levels of thimerosal, and various assays (LDH, XTT, DCFH, etc.) were performed to examine the effects on cellular proliferation and mitochondrial function. A subpopulation of eight individuals (4 ASD, 2 twins, and 2 siblings) from four of the families showed thimerosal hypersensitivity, whereas none of the control individuals displayed this response. The thimerosal concentration required to inhibit cell proliferation in these individuals was only 40% of controls. Cells hypersensitive to thimerosal also had higher levels of oxidative stress markers, protein carbonyls, and oxidant generation. This suggests certain individuals with a mild mitochondrial defect may be highly susceptible to mitochondrial specific toxins like the vaccine preservative thimerosal…

La presenza di elementi come il  thimerosal nei vaccini,responsabile (per diversi nella comunità scientifica)dello sviluppo di disturbi dello spettro autistico (ASD) è di intenso dibattito, così come la presenza di mercurio (amalgame dentali e l’ingestione di alimenti che lo contengono da parte delle madri in gravidanza). Abbiamo studiato gli effetti del thimerosal sulla proliferazione cellulare e la funzione mitocondriale da linfociti B studiati e prelevati da persone con autismo, e dai loro fratelli non autistici. Undici famiglie sono stati esaminate e confrontate con controlli .
Le  cellule “B” sono state coltivate con livelli crescenti di thimerosal, e vari esami (LDH, XTT, DCFH, etc.) sono stati effettuati per valutare gli effetti sulla proliferazione cellulare e la funzione mitocondriale. Una sottopopolazione di otto persone (4 ASD, 2 gemelli, e 2 fratelli) da quattro delle famiglie ha mostrato ipersensibilità verso il thimerosal, mentre nessuno dei soggetti di controllo ha confermato la medesima risposta…
FONTE


An external file that holds a picture, illustration, etc.<br /><br /> Object name is JT2013-801517.001.jpg
This figure shows the typical responses of a family of cells to thimerosal, measured on day 5 postinoculation. ASD = black, Twin = red, Sibling = blue, Control = green. (a) The percent control LDH values are plotted against increasing thimerosal concentrations for the 4 cell types. Arrows indicate LDH-G50 values with ASD = 314 nM, Twin = 648 nM, Sib = 373 nM, and Cont = 1000 nM. (b) The percent control XTT values are plotted against increasing thimerosal concentrations. XTT-G50 values are obtained using the mitochondrial XTT assay. (c) The percentage of cellular LDH that is accessible to lactate (i.e., percentage of dead and dying cells) is plotted against thimerosal. (d) Cell number and XTT reduction rates as a function of increasing thimerosal concentrations are shown. The plots obtained are “hockey stick” in shape.


Hypothesis: conjugate vaccines may predispose children to autism spectrum disorders.

Abstract

The first conjugate vaccine was approved for use in the US in 1988 to protect infants and young children against the capsular bacteria Haemophilus influenzae type b (Hib). Since its introduction in the US, this vaccine has been approved in most developed countries, including Denmark and Israel where the vaccine was added to their national vaccine programs in 1993 and 1994, respectively. There have been marked increases in the reported prevalence of autism spectrum disorders (ASDs) among children in the US beginning with birth cohorts in the late 1980s and in Denmark and Israel starting approximately 4-5 years later. Although these increases may partly reflect ascertainment biases, an exogenous trigger could explain a significant portion of the reported increases in ASDs. It is hypothesized here that the introduction of the Hib conjugate vaccine in the US in 1988 and its subsequent introduction in Denmark and Israel could explain a substantial portion of the initial increases in ASDs in those countries. The continuation of the trend toward increased rates of ASDs could be further explained by increased usage of the vaccine, a change in 1990 in the recommended age of vaccination in the US from 15 to 2 months, increased immunogenicity of the vaccine through changes in its carrier protein, and the subsequent introduction of the conjugate vaccine for Streptococcus pneumoniae. Although conjugate vaccines have been highly effective in protecting infants and young children from the significant morbidity and mortality caused by Hib and S. pneumoniae, the potential effects of conjugate vaccines on neural development merit close examination. Conjugate vaccines fundamentally change the manner in which the immune systems of infants and young children function by deviating their immune responses to the targeted carbohydrate antigens from a state of hypo-responsiveness to a robust B2 B cell mediated response. This period of hypo-responsiveness to carbohydrate antigens coincides with the intense myelination process in infants and young children, and conjugate vaccines may have disrupted evolutionary forces that favored early brain development over the need to protect infants and young children from capsular bacteria.

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31 maggio 2019

Cellule fetali abortive nei vaccini (In risposta al sito disinformativo "Dottore... ma è vero che??")

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Se parliamo di Vaccini e Feti Abortiti.. capiamo che non è più l’opinione di un solo scienziato “anti-vaccinista” mosso da chissà quale desiderio di turbare la quiete pubblica e di minare la salute di migliaia di persone a contestare i vaccini.

Sono diversi i ricercatori indipendenti che giungono alla stessa conclusione: la tecnica di produzione dei vaccini, in particolare quella dei vaccini virali, andrebbe ripensata poiché i “contaminanti” presenti in essi potrebbero provocare effetti collaterali anche molto gravi.

Un dato di fatto che nessuno nega, è che nella tecnica di produzione di alcuni vaccini virali vengano utilizzati terreni di coltura contenenti due linee cellulari umane diploidi, allestite originalmente (1964 e 1970) da tessuti di Feti Abortiti. La prima linea è la WI-38 (Winstar Institute 38), con fibroblasti diploidi di polmone umano derivati da un feto femmina svedese abortito perché la famiglia riteneva di avere già troppi figli, preparata e sviluppata da Leonard Hayflick nel 1964, numero ATCC CCL-75. Questa linea viene utilizzata nei vaccini morbillo + parotite + rosolia, varicella e herpes zoster. La seconda linea cellulare umana è la MRC-5 (Medical Research Council 5, numero ATCC CCL-171), con fibroblasti di polmone umano provenienti da un feto maschio di 14 settimane abortito per “motivi psichiatrici” da una donna ventisettenne nel Regno Unito. La MRC-5 è stata preparata e sviluppata da J.P.Jacobs nel 1966. Viene usato per epatite A, epatite B, tifo, Polio, difterite + tetano + pertosse, vaiolo, rabbia e herpes zoster.

Alcuni virus, come quelli citati, sono ospite-specifici e per sopravvivere creano stretti legami con le cellule in cui penetrano. Quando un virus matura e si divide, acquisisce alcuni frammenti del DNA delle cellule che lo ospitano. Quando il virus viene incorporato nel vaccino porta con sé frammenti del DNA umano delle cellule su cui è stato coltivato. Poiché il nuovo DNA virus/cellula-fetale è almeno in parte della stessa specie del destinatario del vaccino (umano), nel momento in cui DNA virale modificato viene a contatto col DNA umano del soggetto che ha ricevuto il vaccino, si verifica la cosiddetta ricombinazione omologa del DNA. Si vengono cioè a formare cellule con un DNA virus/cellula-fetale/vaccinato che possono venire riconosciute come estranee scatenando una risposta immunitaria volta ad uccidere queste cellule anomale (infiammazione). Essendo l’oggetto di questa battaglia le cellule del soggetto stesso si scatena una “risposta autoimmune”.

Già nel 2011 la dott.ssa Helena Ratajczak fece notare che l’aumento dell’incidenza di autismo in USA avvenne in corrispondenza dell’introduzione della tecnica di coltura che prevede l’utilizzo di cellule fetali per la preparazione in particolare del vaccino MMR e suggerì che i due eventi potrebbero essere collegati. Queste alcune delle sue considerazioni:“Questo DNA umano potrebbe essere la causa di picchi di incidenza (dell’autismo ndt). Un picco ulteriore di aumento dell’incidenza di autismo si è verificato nel 1995 quando il vaccino per la varicella veniva fatto crescere sul tessuto fetale umano.”
“Il DNA umano da vaccino potrebbe essersi inserito in modo casuale tra i geni del destinatario per un processo di ricombinazione omologa, un processo che avviene spontaneamente solo all’interno di una specie. Hot spot (aree del genoma in cui le mutazioni sono più comuni ndt) per l’inserzione del DNA si trovano sul cromosoma X in 8 geni coinvolti nella formazione delle sinapsi delle cellule nervose, dello sviluppo del sistema nervoso centrale e della funzione mitocondriale. Questo potrebbe fornire qualche spiegazione del fatto che l’autismo è una malattia che colpisce in prevalenza maschi. Presi insieme questi dati sostengono l’ipotesi che il DNA umano residuo in alcuni vaccini possa causare autismo.”

A questa voce si associa ora quella della dott.ssa Theresa Deisher la quale prende spunto da tre recenti pubblicazioni in cui viene riporta la presenza di centinaia di mutazioni genetiche ad indicare che il disordine dello spettro autistico (ASD) possa essere una patologia legata ad instabilità genomica con una significativa componente ambientale.
L’aumento di incidenza di casi di autismo è notevole negli anni 1980, 1988 e 1996 in concomitanza con l’introduzione di vaccini per l’infanzia contaminati con retrovirus endogeno umano K (HERVK) e frammenti di DNA fetale umano. “Ci sono un gran numero di pubblicazioni circa la presenza di HERV (retrovirus endogeni umani) e la sua associazione con il linfoma infantile” ha osservato la dottoressa Deisher. “I vaccini MMR II e quello per la varicella oltre a tutti i vaccini che sono stati prodotti utilizzando la linea cellulare fetale WI-38 sono contaminati con questo retrovirus. E sia i genitori che i medici hanno il diritto di saperlo!“

La dott.ssa Deisher ha ipotizzato che sia l’HERVK che il DNA fetale umano presenti nei vaccini somministrati ai neonati possano contribuire all’instabilità genomica dei bambini con autismo causando mutazioni puntiformi de novo nel DNA del bambino.
I frammenti di DNA fetale sono inoltre induttori di reazioni autoimmuni (tra cui diabete giovanile di tipo 1, sclerosi multipla e lupus), mentre entrambi frammenti di DNA e retrovirus sono noti per causare inserimenti genomici e mutazioni.
La Food and Drug Admintration in una sua nota scrive:

“I rischi associati al residuo di DNA del substrato sono stati dibattuti per 40 anni senza risoluzione.
I potenziali rischi sono considerati duplici: in primo luogo il DNA potrebbe avere un potenziale oncogeno; in secondo luogo il DNA potrebbe essere infettivo…Ci sono diversi modi con cui il DNA potrebbe essere oncogeno:
la cellula contenete DNA del substrato potrebbe possedere uno o più geni dominanti oncogeni, oppure potrebbe integrarsi nel cromosoma dell’ospite. Le conseguenze di questa integrazione potrebbe essere: 1. distruggere un gene tumore-soppressore 2. integrarsi nei pressi di questo gene ed alterarne la normale espressione. Il rischio di infettività si pone se il DNA del substrato contiene un genoma di un virus contagioso. Così, se il genoma di questo virus viene inoculato nel vaccinato, potrebbe stabilire un’infezione nell’uomo. Il genoma infettivo potrebbe essere un virus a DNA, sia integrato o extra-cromosomico, o potrebbe essere il provirus DNA di un retrovirus. (Tuttavia, questo meccanismo non è stato considerato probabile per le minime quantità di DNA che si è consentito possano essere presenti nei vaccini).“

Si prega di notare che dichiarano che il meccanismo è ritenuto improbabile perché “hanno permesso” minime quantità di DNA.

La FDA conosce dunque da decenni i rischi della possibile mutagenesi che può avvenire utilizzando le linee cellulari embrionali umane e, invece di promuovere studi per la sicurezza, ha regolamentato la quantità di DNA umano che potrebbero essere presenti in un vaccino (NON più di 10ng)3.

Purtroppo, il team della Dr.ssa Deisher ha scoperto che i livelli del DNA fetali andavano ovunque da 142ng a 2000ng per dose, ben oltre il livello ritenuto “sicuro“.
Certamente queste scoperte dovrebbero generare un’indagine immediata della FDA se non un divieto di utilizzare linee di cellule fetali come substrato per la produzione dei vaccini.

Secondo l’istituto farmaceutico e di ricerca della dottoressa Deisher i seguenti 24 vaccini sono prodotti utilizzando cellule da feti abortiti e/o contengono DNA, proteine o detriti cellulari correlati da colture di cellule derivate da feti umani abortiti:
Polio: PolioVax, Pentacel, DT Polio assorbito Quadracel (Sanofi)

Morbillo, parotite, rosolia: Priorix, Erolalix (GlaxoSmithKline)

Varicella: (varicella e herpes zoster) Varilix (GlaxoSmithKline)

Epatite A: Epaxal (Crucell/Berna)

Rabbia: Imovax (Sanofi)
Le implicazioni morali sono ben descritte dal documento della Pontificia Accademia Pro Vita5 in cui si sottolinea come “permane il dovere morale di continuare a lottare e di usare ogni mezzo lecito per rendere difficile la vita alle industrie farmaceutiche che agiscono senza scrupoli etici” e che “Essi (i genitori) dovrebbero invocare, se necessario, l’obiezione di coscienza rispetto all’uso di vaccini prodotti mediante ceppi cellulari di origine fetale umana abortiva. Ugualmente dovrebbero opporsi con ogni mezzo (per iscritto, attraverso le diverse associazioni, i mass media, ecc.) ai vaccini che non hanno ancora alternative senza problemi morali, facendo pressione affinché vengano preparati vaccini alternativi non collegati a un aborto di feto umano e chiedendo un controllo legale rigoroso delle industrie farmaceutiche produttrici.”
Le implicazioni sanitarie, come abbiamo visto possono essere notevoli e gravi ed occorre riflettere seriamente sul rischio che viene fatto correre ai milioni di bimbi, di adulti e di donne in gravidanza che vengono vaccinati quotidianamente con questi vaccini.

Altri utilizzi di feti abortiti nella produzione di vaccini:
– RA273 (utilizzato in vaccini per la rosolia) coinvolge 28 feti abortiti. Ventisette utilizzati per isolare il virus che poi è stato coltivato in WI-38. L’acronimo significa RA273: R = rosolia, A = Abortus, 27 = 27 feto testato, 3 = 3 ° tessuti espiantati. Il 27 Th feto era da una madre di 25 anni esposta alla rosolia. Il feto è stato chirurgicamente abortito a 17 giorni dopo la malattia materna e dissecato immediatamente. Espianti da diversi organi sono stati coltivati e crescita cellulare di successo è stata ottenuta dal polmone, pelle e reni. Si era poi fatta crescere sul WI-38.
– A.C6 (usato per vaccini per l’influenza, influenza aviaria e influenza suina) è stato sviluppato nel 1995 da “culture della retina embrionale” ottenute nel 1985. Questo aborto è stato effettuato in Francia in un feto a 18 settimane di gestazione (i bambini di questa età si possono allungare, sbadigliare, strofinare gli occhi, aprirli e sono prossimi a poter vivere fuori dall’utero). Secondo un centro FDA “la gravidanza era completamente normale” ed è stato effettuato l’aborto “semplicemente perché la donna voleva sbarazzarsi del feto“. I medici volevano un feto sano come questo perché “un bambino non ancora nato con problemi medici o da genitori con problemi medici o con una storia familiare di problemi medici, non sarebbe stato accettabile come fonte di materiale per linee cellulari che dovevano essere sottoposte all’approvazione della regolamentazione” (Fulwiler).
– HEK293 è una linea cellulare derivata da reni embrionali umani. La linea è stata sviluppata dallo scienziato Alex Van der Eb, nei primi anni settanta, nel suo laboratorio presso l’Università di Leida, Olanda. La fonte delle cellule era un feto abortito, sano. Il HEK293 è denominato così perché era il293° esperimento di Frank Graham.

FONTE: www.assis.it 

Reazioni avverse ai vaccini, la testimonianza di alcuni genitori


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04 ottobre 2018

Vaccini causano malattie autoimmuni e cancro. Lo studio scientifico della Dottoressa Theresa Deisher

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Uno studio recente sui vaccini, condotto nel 2015, porta il nome di una biologa molecolare, la dottoressa Theresa Deisher e porta il nome di “Epidemiologic And Molecular Relationship Between Vaccine Manufacture and Autismo Spectrum”.

NotizieOra.it

Studio non smentito

Uno studio che, allo stato attuale, non risulta smentito e che quindi mantiene la sua validità, lanciando un allarme tra le famiglie indecise sul da farsi relativamente alla vaccinazione dei propri figli. Allarme che, però, non è stato colto dai luminari scienziati che giornalmente vanno in Tv difendendo l’innocuità dei vaccini attraverso più dogmi di fede che effettiva conoscenza di tutte le ricerche svolte sull’argomento in questi anni.

I vaccini servono o non servono?

Non è questo il punto in questione, il problema è un altro: i vaccini sono stati effettivamente testati in modo da escludere qualsiasi relazione con lo sviluppo di malattie autoimmuni?
La risposta è altrettanto semplice e a portata di tutti: no. Basta informarsi sulle modalità con cui vengono svolte le analisi per testare gli effetti dei vaccini sulla salute dei bambini.
Infatti, l’osservazione sugli effetti dei vaccini avviene soltanto nelle prime ore e nei primi giorni successivi alla somministrazione e non in un arco di tempo molto lungo. E’ palese che le eventuali malattie autoimmuni che i vaccini potrebbero causare non si manifestano dopo poche ore dalla somministrazione o dopo qualche giorno.

Problema alluminio

E’ l’alluminio il maggiore indiziato per quanto riguarda i problemi di salute che i vaccini possono causare. Tanto che sono allo studio delle soluzioni diverse. Certo è che se la scienza con la S maiuscola cerca alternative all’alluminio come agente adiuvante qualche problema ci sarà. Anche se poco cambierà nel caso di soluzione del problema, dato che l’assoluta necessità di agenti adiuvanti per stimolare il funzionamento dei vaccini è fondamentale e rimarrà comunque causa di infiammazione che è possibile causa di reazione autoimmune.

Alluminio sì, ma anche materiale genetico

Altro elemento messo sotto accusa è la presenza di materiale DNA estraneo all’interno dei vaccini. Quali effetti hanno questi residui di DNA inoculata sulla salute umana?
Ricordiamo che i vaccini vengono prodotti in linee cellulari fetali umane ed è per questo che contengono alti livelli di contaminazione di DNA fetale.
Questi “residui” sono stati oggetto di studi da parte della biologa Deisher dimostrando che il DNA presente nei vaccini può portare ad una ricombinazione con il materiale genetico di chi accoglie il vaccino rendendolo più soggetto ad eventi cancerogeni e patologie autoimmuni.
Qui lo studio in questione.
Riproduzione consentita purché l'articolo non sia modificato in nessuna parte, indicando Autore e link attivo al sito.

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Studio non smentito

Uno studio che, allo stato attuale, non risulta smentito e che quindi mantiene la sua validità, lanciando un allarme tra le famiglie indecise sul da farsi relativamente alla vaccinazione dei propri figli. Allarme che, però, non è stato colto dai luminari scienziati che giornalmente vanno in Tv difendendo l’innocuità dei vaccini attraverso più dogmi di fede che effettiva conoscenza di tutte le ricerche svolte sull’argomento in questi anni.

I vaccini servono o non servono?

Non è questo il punto in questione, il problema è un altro: i vaccini sono stati effettivamente testati in modo da escludere qualsiasi relazione con lo sviluppo di malattie autoimmuni?
La risposta è altrettanto semplice e a portata di tutti: no. Basta informarsi sulle modalità con cui vengono svolte le analisi per testare gli effetti dei vaccini sulla salute dei bambini.
Infatti, l’osservazione sugli effetti dei vaccini avviene soltanto nelle prime ore e nei primi giorni successivi alla somministrazione e non in un arco di tempo molto lungo. E’ palese che le eventuali malattie autoimmuni che i vaccini potrebbero causare non si manifestano dopo poche ore dalla somministrazione o dopo qualche giorno.

Problema alluminio

E’ l’alluminio il maggiore indiziato per quanto riguarda i problemi di salute che i vaccini possono causare. Tanto che sono allo studio delle soluzioni diverse. Certo è che se la scienza con la S maiuscola cerca alternative all’alluminio come agente adiuvante qualche problema ci sarà. Anche se poco cambierà nel caso di soluzione del problema, dato che l’assoluta necessità di agenti adiuvanti per stimolare il funzionamento dei vaccini è fondamentale e rimarrà comunque causa di infiammazione che è possibile causa di reazione autoimmune.

Alluminio sì, ma anche materiale genetico

Altro elemento messo sotto accusa è la presenza di materiale DNA estraneo all’interno dei vaccini. Quali effetti hanno questi residui di DNA inoculata sulla salute umana?
Ricordiamo che i vaccini vengono prodotti in linee cellulari fetali umane ed è per questo che contengono alti livelli di contaminazione di DNA fetale.
Questi “residui” sono stati oggetto di studi da parte della biologa Deisher dimostrando che il DNA presente nei vaccini può portare ad una ricombinazione con il materiale genetico di chi accoglie il vaccino rendendolo più soggetto ad eventi cancerogeni e patologie autoimmuni.
Qui lo studio in questione.
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Studio non smentito

Uno studio che, allo stato attuale, non risulta smentito e che quindi mantiene la sua validità, lanciando un allarme tra le famiglie indecise sul da farsi relativamente alla vaccinazione dei propri figli. Allarme che, però, non è stato colto dai luminari scienziati che giornalmente vanno in Tv difendendo l’innocuità dei vaccini attraverso più dogmi di fede che effettiva conoscenza di tutte le ricerche svolte sull’argomento in questi anni.

I vaccini servono o non servono?

Non è questo il punto in questione, il problema è un altro: i vaccini sono stati effettivamente testati in modo da escludere qualsiasi relazione con lo sviluppo di malattie autoimmuni?
La risposta è altrettanto semplice e a portata di tutti: no. Basta informarsi sulle modalità con cui vengono svolte le analisi per testare gli effetti dei vaccini sulla salute dei bambini.
Infatti, l’osservazione sugli effetti dei vaccini avviene soltanto nelle prime ore e nei primi giorni successivi alla somministrazione e non in un arco di tempo molto lungo. E’ palese che le eventuali malattie autoimmuni che i vaccini potrebbero causare non si manifestano dopo poche ore dalla somministrazione o dopo qualche giorno.

Problema alluminio

E’ l’alluminio il maggiore indiziato per quanto riguarda i problemi di salute che i vaccini possono causare. Tanto che sono allo studio delle soluzioni diverse. Certo è che se la scienza con la S maiuscola cerca alternative all’alluminio come agente adiuvante qualche problema ci sarà. Anche se poco cambierà nel caso di soluzione del problema, dato che l’assoluta necessità di agenti adiuvanti per stimolare il funzionamento dei vaccini è fondamentale e rimarrà comunque causa di infiammazione che è possibile causa di reazione autoimmune.

Alluminio sì, ma anche materiale genetico

Altro elemento messo sotto accusa è la presenza di materiale DNA estraneo all’interno dei vaccini. Quali effetti hanno questi residui di DNA inoculata sulla salute umana?
Ricordiamo che i vaccini vengono prodotti in linee cellulari fetali umane ed è per questo che contengono alti livelli di contaminazione di DNA fetale.
Questi “residui” sono stati oggetto di studi da parte della biologa Deisher dimostrando che il DNA presente nei vaccini può portare ad una ricombinazione con il materiale genetico di chi accoglie il vaccino rendendolo più soggetto ad eventi cancerogeni e patologie autoimmuni.
Qui lo studio in questione.
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