Dott. Stefano Montanari: Come ho ripetuto innumerevoli volte, il mercurio è usato correntemente nella preparazione dei vaccini.
Roberta Doricchi intervista il dott. Stefano Montanari.
Roberta Doricchi – Vorrei iniziare questo nostro incontro chiedendole come è finita, sempre che sia finita, la vicenda del sequestro dei computer e della documentazione a casa sua e in laboratorio.
Stefano Montanari – In realtà, almeno dal punto di vista di quella che dovrebbe essere la giustizia, la cosa è finita immediatamente. Dopo una settimana da quel famigerato giorno del febbraio scorso il Tribunale del Riesame aveva già stabilito che il sequestro era illegittimo e tutto si sarebbe dovuto chiudere lì.
RD – Ma non è andata così, mi pare.
SM – Vede, il nostro è un paese particolare dove il concetto di giustizia è molto armonico con la società che ci siamo lasciati crescere addosso. Ciò che accadde è che riuscimmo a riavere ciò che ci era stato sequestrato solo 27 giorni più tardi.
RD – In che condizioni?
SM – Secondo il nostro tecnico qualcuno era andato a sbirciare nei computer pur non avendone il diritto. Ma di certo il nostro tecnico, che pure fa da anni perizie per i tribunali, si è sbagliato. La conseguenza tangibile sono stati i 12.000 Euro tra tecnico e avvocato che abbiamo dovuto spendere per qualcosa che forse non sarebbe potuto accadere altrove, 27 giorni di fermo assoluto e valanghe di fango che ci sono piovute addosso perché il pettegolezzo è una ghiottoneria per tanti cervellini. Aggiungo che, curiosamente, da allora i telefoni e i computer fanno le bizze. Una pura coincidenza, è naturale.
RD – E ora?
SM – Ora, dopo tanti mesi, la Procura della Repubblica ha chiesto l’archiviazione.
RD – Dunque, è finita.
SM – Non ci giurerei. Il sistema legale vigente permette a chi vuole prendersene gioco usandone le possibilità a proprio uso e consumo di farlo impunemente. Sono fin troppo facile profeta se le dico che ci sarà chi si oppone a quella pur ovvia e doverosa archiviazione e andremo avanti ancora per chissà quanto. Dopotutto la denuncia che ci fu fatta e che portò al sequestro era palesemente infondata, cosa, peraltro, già stabilita prima dal Tribunale di Modena e poi da quello di Reggio Emilia, ma ciò che importava, importa e importerà era, è e sarà continuare ad ostacolarci e questo si farà finché morte non ci separi.
RD – Ma, se opposizione ci sarà, quali sono le possibilità di successo di chi si oppone?
SM – Nessuna, ma non è quello l’obiettivo. L’obiettivo è quello di perpetuare una certa situazione.
RD – Cambiamo argomento. Il professor Burioni afferma che i vaccini non contengono mercurio e la scatola che mostra lei alle sue conferenze, una scatola su cui è stampato il riferimento al mercurio contenuto nel prodotto, si riferisce ad un vaccino multidose e non al monodose.
SM – Le confesso che non mi sarei mai attribuito la pazienza che sto dimostrando a me stesso di avere. Come ho ripetuto innumerevoli volte, il mercurio è usato correntemente nella preparazione dei vaccini. Poi, per motivi di chimica, non si riesce ad allontanarlo del tutto dal prodotto finito. Sarebbe sufficiente conoscere un po’ di tecnica farmaceutica e un po’ di chimica per evitare la figuraccia. Poi, il fatto del multidose e del monodose dimostra che il pubblico cui il personaggio si rivolge ha caratteristiche culturali e intellettuali un po’ particolari. Semplifichiamo: quando lei fa gli spaghetti alla carbonara, cambia ricetta a seconda del fatto che la cucini per una persona o per quattro?
RD – Ma il professor Burioni sostiene pure che il sale di mercurio è innocuo.
SM – Il professor Burioni ha assolutamente ragione quando afferma che, prima di parlare, è indispensabile avere una laurea sull’argomento. Si laurei in farmacia, la sola facoltà universitaria che si occupi di farmaci, e ne riparleremo.
RD – Domanda tra parentesi: perché il mercurio è tossico anche a piccole dosi?
SM – Perché modifica il gruppo sulfidrilico in tanti enzimi. Lo so: è un po’ troppo tecnico, ma così stanno le cose.
RD – Mi scusi se resto sulla stessa persona. Il professor Burioni afferma che siamo noi italiani ad infettare i migranti.
SM – E io che cosa dovrei dire?
RD – Le chiedo un commento.
SM – Spero non voglia che io perda tempo. Evidentemente il pubblico cui il personaggio si rivolge ha la levatura giusta per appetire certe portate e, dunque, tutto è cucinato su misura.
RD – Nel PD si sta aprendo una specie di diatriba interna tra chi è a favore e chi è contro il professor Burioni.
SM – Ciò che avviene al bar non è affare che m’interessi. Dia un’occhiata ai contendenti e si renderà conto che nessuno conosce neppure alla lontana l’argomento di fondo, cioè il tema dei vaccini. Ciò che questi sanno è alla stregua di qualunque tifoso da curva di stadio.
RD – Cambiamo ancora argomento. A che punto siamo con la raccolta fondi per l’acquisto del microscopio?
SM – A poco più di 170.000 Euro.
RD – Una cifra insufficiente.
SM – Evidentemente.
RD – E allora, che si fa?
SM – Democraticamente si rispetta la volontà popolare: se le nostre ricerche non interessano, bene così. Come ho detto fino ad annoiare me stesso, se entro fine anno, e manca pochissimo più di un mese, non ci saranno i soldi non solo per l’acquisto ma per il mantenimento del microscopio, useremo quanto è arrivato per completare una ricerca e poi faremo i nonni.
RD – E dopo?
SM – E dopo, subito dopo, cambierò numero di telefono e indirizzo e-mail e non riceverò più le vagonate di domande, spesso identiche perché la gente non si prende il disturbo di leggere ma vuole la risposta recapitata dal maggiordomo mentre fa colazione a letto.
RD – Ma ci sono speranze che qualcosa di positivo accada?
SM – Credo sia bene chiarire le cose. A me non interessa un fico secco continuare le ricerche. Da quelle ho avuto solo guai. Se mi sono offerto di andare avanti è perché lo so fare e perché psicologicamente non ce la faccio a mandare al diavolo i bambini massacrati dall’inquinamento, da qualunque parte l’inquinamento arrivi, e le assicuro che le fonti sono davvero tante. Certo, non è proprio rarissimo che mandare al diavolo i genitori sia una tentazione forte, ma se un bambino si ritrova dei genitori inadeguati non è colpa sua. Ora, però, spetta alla gente, quella che, poi, strepita e piagnucola per avere da noi aiuto come se fosse un nostro dovere darlo, darsi una mossa. Per permetterci non solo di disporre del microscopio ma di avere i mezzi per usarlo per almeno cinque anni basterebbe ciò che si raccoglie in un giorno in quelle cosiddette maratone televisive fatte per sostenere ricerche di cui sarebbe interessante conoscere gli esiti pratici.
RD – Non mi ha risposto: le ho chiesto se c’è qualcosa all’orizzonte.
SM – All’orizzonte ci sono sessanta e passa milioni di italiani. Il tempo è da qui a fine anno. E al presente c’è l’ennesima dimostrazione di chi abita in questa penisola.
RD – Cioè?
SM – La banca alla quale arrivano le donazioni mi ha chiesto se debba pagare il conto telefonico Vodafone di una certa persona prelevando i soldi dal conto dedicato al microscopio. Naturalmente io ho risposto che quel conto serve solo per il microscopio e che nessuno è autorizzato prelevare un centesimo. Ciò che sta accadendo è davvero ridicolo: c’è una tale signora Laura di Pavia che ha comunicato a Vodafone il numero di IBAN del conto, sperando ingenuamente che con quei soldi si paghino le sue conversazioni telefoniche.
RD – E come è finita la storia?
SM – Come doveva per forza finire: ho denunciato ai Carabinieri il personaggio. Comunque, stiano tutti tranquilli: da quel conto non esce un soldo.
RD – Torniamo ai vaccini. Dopo che non si è mai saputo nulla dei 150.000 Euro che ormai anni fa una fondazione aveva stanziato anche perché si cercasse di stabilire se ci fosse connessione tra vaccini e autismo, ora stanno uscendo alcuni risultati da parte di Corvelva, un’associazione che ha avuto una piccola sovvenzione da parte dell’Ordine Nazionale dei Biologi proprio per quelle analisi.
SM – Che cosa mi chiede?
RD – Un commento.
SM – Intanto è lodevole che un ordine professionale voglia sapere di prima mano e non si beva supinamente ciò che il regime propina.
RD – E poi?
SM – E poi i risultati sono allucinanti, in perfetta coerenza con quanto noi vediamo da oltre 16 anni. I vaccini analizzati, in quel caso solo il Priorix Tetra per due lotti differenti, contengono un cocktail di sostanze che non hanno alcun diritto di starci. Si arriva perfino a trovarci tracce di sildenafil.
RD – Cioè?
SM – Cioè il principio attivo del Viagra. E qui ci sarebbe spazio per tanta comicità pecoreccia. Ma ci sono pure tracce di erbicidi, acaricidi, metaboliti della morfina… Si è trovato persino l’1-idrossipirene.
RD – Di che si tratta?
SM – È un metabolita umano del pirene che si trova nelle urine di chi è esposto a certe forme d’inquinamento ambientale.
RD – Il pirene?
SM – Una sostanza classificata tra i cancerogeni probabili.
RD – A questo punto tre domande. La prima: come può essere finita quella roba nei vaccini? La seconda: perché non risulta dai controlli che devono essere fatti sui farmaci? La terza: perché voi non vedete quelle sostanze nelle vostre analisi e loro non vedono ciò che vedete voi?
SM – Qui ci sarebbe materia per un libro, per un’inchiesta fatta da una magistratura come si deve e per un’azione comune di tutti i medici oltre che di chi delle vaccinazioni è, per sua o per altrui volontà, destinatario.
RD – Andiamo per ordine. Come è finita quella roba nel vaccino?
SM – Qui almeno io faccio presto: non lo so.
RD – Perché?
SM – Perché ci si guarda bene dal lasciarmi ispezionare le officine di produzione. Noi, noi popolo, intendo, paghiamo somme enormi per mantenere un apparato di tecnici burocrati che dovrebbero controllare i farmaci. È a loro che la domanda deve essere rivolta e, se la risposta non c’è, si accompagnino quei signori alla porta. Semplicemente non ci servono. Anzi, sono dannosi.
RD – L’altra domanda è: perché quelle sostanze non compaiono nell’elenco i quelle che costituiscono il prodotto e perché chi controlla non le vede?
SM – Perché i controllori non le vedono è domanda cui si possono dare tante risposte, nessuna delle quali sarebbe gradita ai cosiddetti controllori. Ognuno si faccia la propria idea. Che non compaiano nei bugiardini è ovvio: sono inquinanti e, dunque, sono lì abusivamente come abusive sono le particelle che da 16 anni noi fotografiamo. Si finge che non esistano e tutti morirono felici e contenti.
RD – Numero tre: perché voi non avete visto quelle sostanze?
SM – Perché noi osserviamo i campioni al microscopio elettronico e vediamo ciò che è solido. Dunque, non vediamo le sostanze trovate da quell’ultima analisi. La stessa cosa accadde con ciò che uscì dalle analisi su 16 vaccini fatte dal laboratorio Micro Trace Minerals per la tedesca Agbug su 16 vaccini diversi. Del resto, loro non vedono ciò che vediamo noi e questo, molto semplicemente, perché usiamo tecniche diverse adatte ognuna per rilevamenti diversi. Per capirci: un oggetto può essere valutato misurandolo con il metro o pesandolo con la bilancia. Ambedue i risultati contribuiscono a descrivere ciò che si sta osservando.
RD – Insomma, analisi complementari.
SM – Esattamente.
RD – Ma non dovrebbero essere le istituzioni a fare quelle analisi?
SM – Ovviamente, ma noi siamo uomini di mondo e sappiamo come il mondo gira.
RD – A proposito di ciò che è contenuto nei vaccini, pare che il Gardasil 9, quello che è rivolto a 9 ceppi di Papilloma virus e non ai 4 della versione precedente, contenga quasi il doppio di alluminio rispetto al predecessore.
SM – Niente di strano: chi sa che cosa sono gli adiuvanti e a che cosa servono sa che più ceppi di patogeno c’introducono, maggiore è la quantità di adiuvante. Pensi quando, per assurdo, uscirà il vaccino contro tutti gli oltre 200 tipi di Papilloma virus esistenti. Allora si dovrà iniettare una vera e propria ferramenta.
RD – Un ultimo argomento: Beppe Grillo si è schierato contro l’omeopatia. Che ne dice?
SM – Stiamo parlando di Beppe Grillo. Un giorno spaccava i computer sul palcoscenico e qualche tempo dopo ne magnificava le virtù. Poi c’era la pallina da mettere in lavatrice, poi c’eravamo mia moglie ed io come i più grando scienziati del mondo… Beppe Grillo è un comico e la comicità ce l’ha nel sangue.
RD – Dunque?
SM – Dunque, come diceva il pubblico degli avanspettacoli romani del dopoguerra, “Beppe, facce ride!”
RD – Qual è la sua posizione sull’omeopatia?
SM – Dal punto di vista affettivo posso dirle che mia madre si laureò nel 1946 proprio con una tesi sull’omeopatia. Fino a che si spaccerà la medicina per una scienza e finché su quella scienza inesistente, inesistente perché le mancano le caratteristiche epistemologiche essenziali per esserlo, si faranno atti di fede, non ne usciremo. Molto banalmente, in medicina, quella vera, è buono tutto ciò che funziona e al paziente interessa solo di guarire. Se, poi, il mezzo di guarigione non aggrada a qualcuno, pazienza: l’importante è la salute. Che l’omeopatia funzioni è un fatto indiscutibile, tanto che la si usa con successo anche sugli animali. Che ci sia chi prova antipatia apparentemente aprioristica per quell’approccio medico è un fatto che classifica con chiarezza i personaggi. Per quanto mi riguarda, io non conosco l’omeopatia abbastanza per discuterne seriamente. Posso solo dire che i suoi effetti collaterali sono infinitamente più tollerabili rispetto a quelli della medicina allopatica, quella dei miliardi. E sono proprio quei miliardi a fare opinione.
RD – L’obiezione comune è che il principio attivo contenuto nei farmaci omeopatici è in quantità piccolissime.
SM – “Obiezione respinta” si direbbe nei telefilm di Perry Mason. Non è così che l’omeopatia si può valutare perché i suoi principi sono totalmente differenti. In definitiva, chi avanza quell’obiezione confessa con ingenua arroganza non solo la sua ignoranza ma anche la sua ristrettezza di mente. Se quelli sono gli scienziati, non c’è da stare allegri.