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24 luglio 2019

Da qualche anno l’Italia gode dei lumi del prof. Roberto Burioni, the ass whisperer ovvero l’uomo che sussurrava ai somari.

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Da qualche anno l’Italia gode dei lumi del prof. Roberto Burioni, the ass whisperer ovvero l’uomo che sussurrava ai somari.



Questo illustre personaggio è il vanto di un’università privata di levatura che parrebbe non proprio eccelsa (quando vado all’estero nessuno l’ha mai sentita nominare così come mai ha sentito nominare il sullodato Burioni) e la cui breve storia potrebbe sollevare qualche perplessità non fosse altro che per il suo fondatore (https://www.ilfattoquotidiano.it/…/tangenti-truffe-…/181051/ sarà vero?). Ma è il Burioni stesso a smentire i maligni: la sua è “considerata una delle migliori università del Paese” e, se lo dice lui, è come per la Clerici della pubblicità: c’è da crederci. E poi, come per l’antico purgante al dolce sapore di prugna, basta la parola.





Il Burioni afferma di essere professore ordinario. Che sia ordinario credo nessuno dubiti. Ma l’accoppiata tra sostantivo e aggettivo acquisisce un significato particolare. Ora, in questo bizzarro paese, un professore ordinario è qualcuno che, al di là dei meriti personali che non entrano in questa discussione, ha percorso un determinato cammino, magari da ricercatore a professore associato fino al titolo di professore ordinario (https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=601541363707612&id=100015552613805).



Sarebbe interessante se il Nostro trovasse il tempo di esibire al suo vasto pubblico le prove di questo suo cammino, magari allegando i giudizi che gli riservarono le università pubbliche e il certificato di abilitazione alla professione medica senza il quale si è laureati in medicina ma non medici. Nessuno dubita che questi documenti esistano ma, una buona volta, carta canti e la si smetterà con tutte le malignità che i cattivacci al soldo dei biechi anti-vax (una professione notoriamente remunerativa) non risparmiano al luminare.



Chi ne ha voglia legga ciò che il Burioni scrive al dott. Roberto Petrella, un medico fuori del tempo che ha avuto l’impudenza di voler fare il medico e che, ça va sans dire, è stato giustamente radiato da quell’ente indispensabile che è l’Ordine dei Medici. Personalmente sono in possesso dei documenti che provano chi fu il personaggio che si prodigò per quella sospirata radiazione e al quale il mondo intero deve la sua eterna gratitudine. Ma veniamo a come Burioni, professore ordinario, mette al suo posto Roberto Petrella, non più dottore ma signore (come in effetti è): “Caro Sig. Petrella, la ringrazio per l’attenzione perché la sua pagina mi regala ogni giorno qualche minuto di buonumore. Quanto al successo qui ci sono due persone: uno è un ex-medico radiato con infamia e si appresta a girare l’Italia con la sua automobile con una scritta sulla portiera; l’altro è un medico che è in cattedra in quella che viene considerata una delle migliori università del Paese. 





Che il primo dei due personaggi insegni al secondo come avere successo è quello che mi causa tutto questo buonumore. La saluto e non perda questa sua bellissima verve che io apprezzo moltissimo.”

Se non fosse che quel testo porta una firma così illustre sarebbe facile esprimere un giudizio quanto meno sulla grottesca presunzione dell’autore, sulla sua cultura, sulla sua onestà e sulla sua intelligenza. Ma ubi maior… è chi è più maior di lui? Quindi, giù il cappello!



Forse troppo affaccendato, il professore ordinario Burioni si chiede chi sia Montanari. Giusto per rinfrescargli la memoria, essendo io Montanari, gli ricordo come anni fa si fosse esibito su Il Resto del Carlino cronaca di Pesaro affermando cose a dir poco fuori dell’ordinario (e per chi ordinario è…) e io, che avendo sempre frequentato ambienti scientifici mai avevo avuto contezza della sua esistenza (nei fui edotto nell’occasione da un amico pesarese), gli risposi con tanto di risposta pubblicata. Da lì iniziò uno scambio di messaggi telematici (caro Stefano e caro Roberto).






Poi Burioni andò in orbita planetaria e il povero Montanari si beccò un’infinità di contumelie senza, tuttavia, essere mai menzionato per nome. E si beccò pure una querela, peraltro archiviata. Sempre per rinfrescare la memoria, ricordo che il motivo della querela originò dall’interruzione delle ricerche di mia moglie e mie sulla leucemia mieloide acuta (la malattia che ora ha colpito Siniša Mihajlović). L’interruzione fu dovuta al fatto che l’ospedale che prima forniva i campioni di sangue disse che non li avrebbe più forniti e l’università che preparava quei campioni per le nostre analisi fece altrettanto.

 Vuole il caso che una persona di cui ingenuamente mi fidavo e che si diceva molto vicina al professore ordinario Burioni mi confidò che proprio lui, il luminare, aveva scritto all’Ordine dei Medici di Pesaro per bloccare le nostre ricerche. Sia l’Ordine sia il Burioni smentirono l’esistenza di una lettera simile, lettera che io, ovviamente, non possedevo e, allora, mi scusai subito pubblicamente: la lettera non esisteva e un mascalzone mi aveva male informato. Di fatto, però, la ricerca fu bloccata come da lettera inesistente. Un caso fortuito: non ci sono dubbi.



A mezzo Internet, un signore chiamato Leandro Pellagrosi invoca ora un confronto tra il grande Burioni e il piccolo Montanari. “Leandro Pellagrosi Montanari chi? Dove insegna?” risponde verbatim il professore. Insomma, non solo Roberto Burioni ha smarrito la memoria di un non troppo lontano passato epistolare e di una sua querela ma si chiede dove insegno io.



Qui la risposta si fa complessa. Per prima cosa bisogna definire che cosa s’intenda per insegnare. Se s’intende comunicare a uno stuolo di gonzi fandonie dettate da un capillare sistema di corruzione, io non insegno. Se s’intende, invece, comunicare i risultati di scoperte frutto di decenni di ricerca e ciò che la scienza conosce, la scienza vera, intendo, io insegno a Ginevra. Lo faccio in una scuola riconosciuta dallo stato e in cui da qualche decennio si ottengono risultati spesso eccellenti su chi è malato, ad esempio, di autismo, vale a dire la condizione che, per certe stranezze della sorte, così spesso si manifesta a ridosso di salvifiche vaccinazioni.



A parte ciò, trattandosi di un centro privato esattamente come l’impresa in cui lavora il professore ordinario ed essendo il mio percorso universitario pari a quello di Burioni (io l’abilitazione alla professione ce l’ho), sempre salvo dimostrazione del contrario, allora sono professore ordinario pure io. Anzi, sono professeur des universités (equivalente al nostro ordinario), visto che laggiù io insegno in francese.



Se io non sapessi di trovarmi al cospetto di un faro del sapere impegnato a salvare l’umanità, gli chiederei come mai scappi come un coniglietto non appena qualcuno propone un confronto, per di più accampando scuse che sono le glas (a Ginevra è la campana a morto); come mai cancelli dai suoi siti Internet in un fiat ogni critica a suo carico; come mai non si accorga di quanto atteggiamenti come quelli che adotta siano tragicomicamente ridicoli; come mai abbia come unico argomento l’insulto nei confronti di chi non cala le mutande davanti ad enormità vergognose.



Ma, come sta critto sull’epitaffio di Machiavelli, tanto nomini nullum par elogium e, allora, non chiedo niente ma, semplicemente, a capo chino continuo per la mia strada troppo distante da quella dell’empireo tacciata da Burioni Roberto da Pesaro, professore ordinario di una delle più grandi università del mondo (cercarla in classifica).
Come raccontava Fedro, a furia di gonfiarsi la rana scoppiò.



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04 dicembre 2018

Dott. Stefano Montanari: Come ho ripetuto innumerevoli volte, il mercurio è usato correntemente nella preparazione dei vaccini.

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Dott. Stefano Montanari: Come ho ripetuto innumerevoli volte, il mercurio è usato correntemente nella preparazione dei vaccini.

Roberta Doricchi intervista il dott. Stefano Montanari.
Roberta Doricchi – Vorrei iniziare questo nostro incontro chiedendole come è finita, sempre che sia finita, la vicenda del sequestro dei computer e della documentazione a casa sua e in laboratorio.
Stefano Montanari – In realtà, almeno dal punto di vista di quella che dovrebbe essere la giustizia, la cosa è finita immediatamente. Dopo una settimana da quel famigerato giorno del febbraio scorso il Tribunale del Riesame aveva già stabilito che il sequestro era illegittimo e tutto si sarebbe dovuto chiudere lì.
RD – Ma non è andata così, mi pare.
SM – Vede, il nostro è un paese particolare dove il concetto di giustizia è molto armonico con la società che ci siamo lasciati crescere addosso. Ciò che accadde è che riuscimmo a riavere ciò che ci era stato sequestrato solo 27 giorni più tardi.
RD – In che condizioni?
SM – Secondo il nostro tecnico qualcuno era andato a sbirciare nei computer pur non avendone il diritto. Ma di certo il nostro tecnico, che pure fa da anni perizie per i tribunali, si è sbagliato. La conseguenza tangibile sono stati i 12.000 Euro tra tecnico e avvocato che abbiamo dovuto spendere per qualcosa che forse non sarebbe potuto accadere altrove, 27 giorni di fermo assoluto e valanghe di fango che ci sono piovute addosso perché il pettegolezzo è una ghiottoneria per tanti cervellini. Aggiungo che, curiosamente, da allora i telefoni e i computer fanno le bizze. Una pura coincidenza, è naturale.
RD – E ora?
SM – Ora, dopo tanti mesi, la Procura della Repubblica ha chiesto l’archiviazione.
RD – Dunque, è finita.
SM – Non ci giurerei. Il sistema legale vigente permette a chi vuole prendersene gioco usandone le possibilità a proprio uso e consumo di farlo impunemente. Sono fin troppo facile profeta se le dico che ci sarà chi si oppone a quella pur ovvia e doverosa archiviazione e andremo avanti ancora per chissà quanto. Dopotutto la denuncia che ci fu fatta e che portò al sequestro era palesemente infondata, cosa, peraltro, già stabilita prima dal Tribunale di Modena e poi da quello di Reggio Emilia, ma ciò che importava, importa e importerà era, è e sarà continuare ad ostacolarci e questo si farà finché morte non ci separi.
RD – Ma, se opposizione ci sarà, quali sono le possibilità di successo di chi si oppone?
SM – Nessuna, ma non è quello l’obiettivo. L’obiettivo è quello di perpetuare una certa situazione.
RD – Cambiamo argomento. Il professor Burioni afferma che i vaccini non contengono mercurio e la scatola che mostra lei alle sue conferenze, una scatola su cui è stampato il riferimento al mercurio contenuto nel prodotto, si riferisce ad un  vaccino multidose e non al monodose.
SM – Le confesso che non mi sarei mai attribuito la pazienza che sto dimostrando a me stesso di avere. Come ho ripetuto innumerevoli volte, il mercurio è usato correntemente nella preparazione dei vaccini. Poi, per motivi di chimica, non si riesce ad allontanarlo del tutto dal prodotto finito. Sarebbe sufficiente conoscere un po’ di tecnica farmaceutica e un po’ di chimica per evitare la figuraccia. Poi, il fatto del multidose e del monodose dimostra che il pubblico cui il personaggio si rivolge ha caratteristiche culturali e intellettuali un po’ particolari. Semplifichiamo: quando lei fa gli spaghetti alla carbonara, cambia ricetta a seconda del fatto che la cucini per una persona o per quattro?
RD – Ma il professor Burioni sostiene pure che il sale di mercurio è innocuo.
SM – Il professor Burioni ha assolutamente ragione quando afferma che, prima di parlare, è indispensabile avere una laurea sull’argomento. Si laurei in farmacia, la sola facoltà universitaria che si occupi di farmaci, e ne riparleremo.
RD – Domanda tra parentesi: perché il mercurio è tossico anche a piccole dosi?
SM – Perché modifica il gruppo sulfidrilico in tanti enzimi. Lo so: è un po’ troppo tecnico, ma così stanno le cose.
RD – Mi scusi se resto sulla stessa persona. Il professor Burioni afferma che siamo noi italiani ad infettare i migranti.
SM – E io che cosa dovrei dire?
RD – Le chiedo un commento.
SM – Spero non voglia che io perda tempo. Evidentemente il pubblico cui il personaggio si rivolge ha la levatura giusta per appetire certe portate e, dunque, tutto è cucinato su misura.
RD – Nel PD si sta aprendo una specie di diatriba interna tra chi è a favore e chi è contro il professor Burioni.
SM – Ciò che avviene al bar non è affare che m’interessi. Dia un’occhiata ai contendenti e si renderà conto che nessuno conosce neppure alla lontana l’argomento di fondo, cioè il tema dei vaccini. Ciò che questi sanno è alla stregua di qualunque tifoso da curva di stadio.
RD – Cambiamo ancora argomento. A che punto siamo con la raccolta fondi per l’acquisto del microscopio?
SM – A poco più di 170.000 Euro.
RD – Una cifra insufficiente.
SM – Evidentemente.
RD – E allora, che si fa?
SM – Democraticamente si rispetta la volontà popolare: se le nostre ricerche non interessano, bene così. Come ho detto fino ad annoiare me stesso, se entro fine anno, e manca pochissimo più di un mese, non ci saranno i soldi non solo per l’acquisto ma per il mantenimento del microscopio, useremo quanto è arrivato per completare una ricerca e poi faremo i nonni.
RD – E dopo?
SM – E dopo, subito dopo, cambierò numero di telefono e indirizzo e-mail e non riceverò più le vagonate di domande, spesso identiche perché la gente non si prende il disturbo di leggere ma vuole la risposta recapitata dal maggiordomo mentre fa colazione a letto.
RD – Ma ci sono speranze che qualcosa di positivo accada?
SM – Credo sia bene chiarire le cose. A me non interessa un fico secco continuare le ricerche. Da quelle ho avuto solo guai. Se mi sono offerto di andare avanti è perché lo so fare e perché psicologicamente non ce la faccio a mandare al diavolo i bambini massacrati dall’inquinamento, da qualunque parte l’inquinamento arrivi, e le assicuro che le fonti sono davvero tante. Certo, non è proprio rarissimo che mandare al diavolo i genitori sia una tentazione forte, ma se un bambino si ritrova dei genitori inadeguati non è colpa sua. Ora, però, spetta alla gente, quella che, poi, strepita e piagnucola per avere da noi aiuto come se fosse un nostro dovere darlo, darsi una mossa. Per permetterci non solo di disporre del microscopio ma di avere i mezzi per usarlo per almeno cinque anni basterebbe ciò che si raccoglie in un giorno in quelle cosiddette maratone televisive fatte per sostenere ricerche di cui sarebbe interessante conoscere gli esiti pratici.
RD – Non mi ha risposto: le ho chiesto se c’è qualcosa all’orizzonte.
SM – All’orizzonte ci sono sessanta e passa milioni di italiani. Il tempo è da qui a fine anno. E al presente c’è l’ennesima dimostrazione di chi abita in questa penisola.
RD – Cioè?
SM – La banca alla quale arrivano le donazioni mi ha chiesto se debba pagare il conto telefonico Vodafone di una certa persona prelevando i soldi dal conto dedicato al microscopio. Naturalmente io ho risposto che quel conto serve solo per il microscopio e che nessuno è autorizzato prelevare un centesimo. Ciò che sta accadendo è davvero ridicolo: c’è una tale signora Laura di Pavia che ha comunicato a Vodafone il numero di IBAN del conto, sperando ingenuamente che con quei soldi si paghino le sue conversazioni telefoniche.
RD – E come è finita la storia?
SM – Come doveva per forza finire: ho denunciato ai Carabinieri il personaggio. Comunque, stiano tutti tranquilli: da quel conto non esce un soldo.
RD – Torniamo ai vaccini. Dopo che non si è mai saputo nulla dei 150.000 Euro che ormai anni fa una fondazione aveva stanziato anche perché si cercasse di stabilire se ci fosse connessione tra vaccini e autismo, ora stanno uscendo alcuni risultati da parte di Corvelva, un’associazione che ha avuto una piccola sovvenzione da parte dell’Ordine Nazionale dei Biologi proprio per quelle analisi.
SM – Che cosa mi chiede?
RD – Un commento.
SM – Intanto è lodevole che un ordine professionale voglia sapere di prima mano e non si beva supinamente ciò che il regime propina.
RD – E poi?
SM – E poi i risultati sono allucinanti, in perfetta coerenza con quanto noi vediamo da oltre 16 anni. I vaccini analizzati, in quel caso solo il Priorix Tetra per due lotti differenti, contengono un cocktail di sostanze che non hanno alcun diritto di starci. Si arriva perfino a trovarci tracce di sildenafil.
RD – Cioè?
SM – Cioè il principio attivo del Viagra. E qui ci sarebbe spazio per tanta comicità pecoreccia. Ma ci sono pure tracce di erbicidi, acaricidi, metaboliti della morfina… Si è trovato persino l’1-idrossipirene.
RD – Di che si tratta?
SM – È un metabolita umano del pirene che si trova nelle urine di chi è esposto a certe forme d’inquinamento ambientale.
RD – Il pirene?
SM – Una sostanza classificata tra i cancerogeni probabili.
RD – A questo punto tre domande. La prima: come può essere finita quella roba nei vaccini? La seconda: perché non risulta dai controlli che devono essere fatti sui farmaci? La terza: perché voi non vedete quelle sostanze nelle vostre analisi e loro non vedono ciò che vedete voi?
SM – Qui ci sarebbe materia per un libro, per un’inchiesta fatta da una magistratura come si deve e per un’azione comune di tutti i medici oltre che di chi delle vaccinazioni è, per sua o per altrui volontà, destinatario.
RD – Andiamo per ordine. Come è finita quella roba nel vaccino?
SM – Qui almeno io faccio presto: non lo so.
RD – Perché?
SM – Perché ci si guarda bene dal lasciarmi ispezionare le officine di produzione. Noi, noi popolo, intendo, paghiamo somme enormi per mantenere un apparato di tecnici burocrati che dovrebbero controllare i farmaci. È a loro che la domanda deve essere rivolta e, se la risposta non c’è, si accompagnino quei signori alla porta. Semplicemente non ci servono. Anzi, sono dannosi.
RD – L’altra domanda è: perché quelle sostanze non compaiono nell’elenco i quelle che costituiscono il prodotto e perché chi controlla non le vede?
SM – Perché i controllori non le vedono è domanda cui si possono dare tante risposte, nessuna delle quali sarebbe gradita ai cosiddetti controllori. Ognuno si faccia la propria idea. Che non compaiano nei bugiardini è ovvio: sono inquinanti e, dunque, sono lì abusivamente come abusive sono le particelle che da 16 anni noi fotografiamo. Si finge che non esistano e tutti morirono felici e contenti.
RD – Numero tre: perché voi non avete visto quelle sostanze?
SM – Perché noi osserviamo i campioni al microscopio elettronico e vediamo ciò che è solido. Dunque, non vediamo le sostanze trovate da quell’ultima analisi. La stessa cosa accadde con ciò che uscì dalle analisi su 16 vaccini fatte dal laboratorio Micro Trace Minerals per la tedesca Agbug su 16 vaccini diversi. Del resto, loro non vedono ciò che vediamo noi e questo, molto semplicemente, perché usiamo tecniche diverse adatte ognuna per rilevamenti diversi. Per capirci: un oggetto può essere valutato misurandolo con il metro o pesandolo con la bilancia. Ambedue i risultati contribuiscono a descrivere ciò che si sta osservando.
RD – Insomma, analisi complementari.
SM – Esattamente.
RD – Ma non dovrebbero essere le istituzioni a fare quelle analisi?
SM – Ovviamente, ma noi siamo uomini di mondo e sappiamo come il mondo gira.
RD – A proposito di ciò che è contenuto nei vaccini, pare che il Gardasil 9, quello che è rivolto a 9 ceppi di Papilloma virus e non ai 4 della versione precedente, contenga quasi il doppio di alluminio rispetto al predecessore.
SM – Niente di strano: chi sa che cosa sono gli adiuvanti e a che cosa servono sa che più ceppi di patogeno c’introducono, maggiore è la quantità di adiuvante. Pensi quando, per assurdo, uscirà il vaccino contro tutti gli oltre 200 tipi di Papilloma virus esistenti. Allora si dovrà iniettare una vera e propria ferramenta.
RD – Un ultimo argomento: Beppe Grillo si è schierato contro l’omeopatia. Che ne dice?
SM – Stiamo parlando di Beppe Grillo. Un giorno spaccava i computer sul palcoscenico e qualche tempo dopo ne magnificava le virtù. Poi c’era la pallina da mettere in lavatrice, poi c’eravamo mia moglie ed io come i più grando scienziati del mondo… Beppe Grillo è un comico e la comicità ce l’ha nel sangue.
RD – Dunque?
SM – Dunque, come diceva il pubblico degli avanspettacoli romani del dopoguerra, “Beppe, facce ride!”
RD – Qual è la sua posizione sull’omeopatia?
SM – Dal punto di vista affettivo posso dirle che mia madre si laureò nel 1946 proprio con una tesi sull’omeopatia. Fino a che si spaccerà la medicina per una scienza e finché su quella scienza inesistente, inesistente perché le mancano le caratteristiche epistemologiche essenziali per esserlo, si faranno atti di fede, non ne usciremo. Molto banalmente, in medicina, quella vera, è buono tutto ciò che funziona e al paziente interessa solo di guarire. Se, poi, il mezzo di guarigione non aggrada a qualcuno, pazienza: l’importante è la salute. Che l’omeopatia funzioni è un fatto indiscutibile, tanto che la si usa con successo anche sugli animali. Che ci sia chi prova antipatia apparentemente aprioristica per quell’approccio medico è un fatto che classifica con chiarezza i personaggi. Per quanto mi riguarda, io non conosco l’omeopatia abbastanza per discuterne seriamente. Posso solo dire che i suoi effetti collaterali sono infinitamente più tollerabili rispetto a quelli della medicina allopatica, quella dei miliardi. E sono proprio quei miliardi a fare opinione.
RD – L’obiezione comune è che il principio attivo contenuto nei farmaci omeopatici è in quantità piccolissime.
SM – “Obiezione respinta” si direbbe nei telefilm di Perry Mason. Non è così che l’omeopatia si può valutare perché i suoi principi sono totalmente differenti. In definitiva, chi avanza quell’obiezione confessa con ingenua arroganza non solo la sua ignoranza ma anche la sua ristrettezza di mente. Se quelli sono gli scienziati, non c’è da stare allegri.

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26 settembre 2018

Stefano Montanari sui casi di pertosse: «somministrare un vaccino in gravidanza significa mettere a rischio il feto»

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Nella foto lo scienziato Stefano Montanari.

Dottor Montanari, ha seguito la tragica notizia delle due neonate morte di pertosse all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo?
Molto poco. Quando la notizia è uscita mi trovavo a Pesaro per due giorni, impegnato con il microscopio elettronico reduce da un intervento tecnico di riparazione. Qualcosa, però, è stato impossibile non sentire, stante la pubblicità che ne è uscita. La prima cosa che mi è venuta in mente è che ogni giorno, stando alle statistiche ufficiali italiane, a mio parere robustamente sottostimate, ogni giorno muoiono da 19 a 20 persone nel nostro paese per le malattie contratte in ospedale a causa della loro sozzura. Non parliamo di chi da quei luoghi esce con una malattia nuova. Di questo nessuno parla e non si spende un centesimo per ovviare alla strage. La seconda cosa che mi è venuta in mente è che ci troviamo al cospetto di un espediente molto poco onorevole escogitato da piazzisti di infimo ordine.

Le reazioni dei media non trova siano state stupefacenti, anche per il dovuto rispetto che si dovrebbe mostrare nei confronti delle famiglie in questo doloroso e delicato momento?
Noi continuiamo a stupirci di fatti del tutto normali. Viviamo in un regime dittatoriale sicuramente molto particolare e unico nella storia, ma un regime che condivide tanti aspetti con tutti quelli che l’hanno preceduto e che lo affiancano temporalmente. Lei mi parla di rispetto, ma che rispetto si ha, in genere, per degli animali da reddito?

Ancora più stupefacente però, se mi permette, è che gira che ti rigira, quello che trapela, è che la «colpa» sarebbe delle madri non vaccinate.
La novità è quella di far cadere la responsabilità sulle madri non vaccinate
Per prima cosa, da quanto mi pare di avere colto, non esiste nessuna evidenza autoptica che conforti la notizia della morte causata da pertosse. Tutto è possibile, naturalmente, ma di solito non c’è tanta fretta e, se si sente il bisogno di rendere pubblico un fatto come quello di cui si parla, si aspetta di avere un riscontro certo.

La novità, quella sì stupefacente per la sua stravaganza, è quella di far cadere la responsabilità sulle madri non vaccinate. 

Una bizzarria simile, ovviamente non credibile da chiunque abbia un minimo di nozioni sull’argomento, si giustifica solo con la certezza di rivolgersi ad un pubblico totalmente impreparato culturalmente ma perfettamente addestrato a credere a qualunque cosa, non importa quanto fantasiosamente campata per aria, purché esca dalla bocca dell’addestratore.

Ora però i genitori dell’ultima bambina morta, secondo quanto riporta il Corriere, smentiscono facendo presente che ambedue erano vaccinati e sani: cosa può esser successo allora? 
Io non sono al corrente di ciò che sta accadendo e credo che pochi lo siano, ma non mi sorprenderò se qualunque informazione che possa mettere a rischio la tesi demenziale avanzata subirà la dovuta censura. E se le mamme avessero contratto la pertosse da bambine superando la malattia senza problemi come capita nella quasi totalità dei casi? È curioso che a nessuno sia passato per la mente di porsi la questione.
E se le mamme avessero contratto la pertosse da bambine superando la malattia senza problemi come capita nella quasi totalità dei casi? È curioso che a nessuno sia passato per la mente di porsi la questione.

La pertosse può colpire anche i neonati, persino quelli non ancora vaccinati. Burioni ci dice quindi che deve essere vaccinata la madre in gravidanza: le pare la giusta soluzione? 
Di Burioni preferisco non parlare. Siamo su livelli talmente diversi che non può esserci comunicazione e, comunque, io non voglio in alcun modo avere a che fare con lui se non attraverso quel confronto su basi esclusivamente scientifiche che lui da anni evita accampando scuse su cui non voglio pronunciarmi per pudore. Resta il fatto che vaccinare in gravidanza, e questo vale per qualunque vaccino, è inconcepibile se parliamo di medicina. Se parliamo di quattrini, la cosa cambia aspetto, ma qui io non c’entro più. Quando, quasi mezzo secolo fa, io sostenni l’esame di farmacologia, e per noi era un esame serio che non teneva conto delle esigenze, peraltro allora poco presenti, delle case farmaceutiche, se avessi detto di vaccinare una donna gravida il professor Luigi Molinengo, pur con la cortesia che era connaturata in lui, mi avrebbe giustamente mostrato la porta. Ora uno strafalcione simile finisce in pasto ai teledipendenti e diventa la verità indiscussa.

Somministrare un vaccino in gravidanza significa mettere a rischio pesantissimo il feto. Inquinanti vari comprese le particelle che noi troviamo da 16 anni, antibiotici impossibili da somministrare a un bambino e, allora, figuriamoci ad un feto!, formaldeide, alluminio… Con i farmaci non si gioca, anche se ci sono tanti sodi in ballo.
Sempre il Corriere della Sera, invece, ci presenta un’altra soluzione: la «strategia del bozzolo»: «Se le neomamme non si sono vaccinate in tempo? «Possono farlo entro i tre mesi di vita del bambino: anche i famigliari stretti dovrebbero essere sottoposti a richiamo. È quella che si chiama “strategia del bozzolo”, permette di creare attorno al neonato una vera e propria zona di sicurezza».
Quando l’ignoranza sconfina … Prescindendo dalla follia di vaccinare una donna incinta, in particolare il vaccino antipertosse ha un’efficacia tutta da dimostrare e, comunque, rende il vaccinato un untore a vita per la malattia. Dunque, vaccinare la famiglia aggrava il problema.

È così che si risolverebbe il problema?
Dipende da che cosa s’intende per soluzione. Uno statista di nome Adolf Hitler parlava di soluzione finale ed era applaudito da decine di milioni di persone.

Può spiegarci bene cosa sia la pertosse e come mai il vaccino non rende immuni?
Si tratta di una malattia infettiva particolarmente contagiosa trasmessa da un batterio Gram-negativo chiamato Bordetella pertussis. La trasmissione avviene inalando le goccioline di saliva o di muco emesse dai malati. È una malattia comune che colpisce decine di milioni di persone ogni anno, specie bambini, con manifestazioni che possono andare dalla quasi inosservabilità a tossi violente con vomito e che di norma guarisce senza strascichi e senza terapie. Il vaccino usato ora sostituisce quello di un tempo che era particolarmente gravato da effetti indebiti ma la sua efficacia è scarsa. 
Per ovviare al problema si sottopone il soggetto a richiami ripetuti ma l’efficacia resta scarsissima se mai esiste. Non ci si deve stupire, però: i vaccini sono tutti poco efficaci, e se dico poco regalo loro più di qualcosa.
Per ovviare al problema della scarsa efficacia del vaccino per la pertosse si sottopone il soggetto a richiami ripetuti ma l’efficacia resta scarsissima se mai esiste. Non ci si deve stupire, però: i vaccini sono tutti poco efficaci, e se dico poco regalo loro più di qualcosa.

«Contrariamente ad altre malattie infettive, la pertosse può colpire anche i neonati di madre immune.  Sembra infatti che gli anticorpi materni che costituiscono le loro prime difese non siano in grado di proteggerli contro questa infezione». Questo è ciò che dice l’ISS. Corrisponde dunque al vero? Eppure Burioni sembra ignorare totalmente questa precisazione.  
Sì, è vero. Le ho detto che quello che dice Burioni non m’interessa.

Sempre Burioni, nelle ultime ore, si è lasciato andare a passaggi davvero illogici uniti quasi ad ammissioni insolite. Le riporto alcuni suoi passaggi uniti a qualche domanda in mezzo. «Fino agli anni 90 contro la pertosse abbiamo usato un vaccino estremamente efficace che era però gravato di alcuni effetti collaterali rari, ma non trascurabili». Burioni ammette il danno da vaccino? Di quali casi parla? Ma i vaccini non erano «i farmaci più sicuri che ci sono»?. «Dopo quel momento, siamo passati ad un vaccino detto “acellulare”, che è sicurissimo ma meno potente». Quindi quello precedente era insicuro?. «A causa di questa minore efficacia, e pure delle mancate vaccinazioni, i casi di pertosse stanno aumentando». Quindi il vaccino per la pertosse è inefficace? Si prende la pertosse anche se si è vaccinati per la pertosse?
Stiamo parlando di Burioni che va preso per quello che è.

Dott. Montanari, scusi la franchezza, ma siamo dinnanzi ad un altro passo nel mercato del farmaco? Cioè, dopo il vaccino venduto per il bambino appena nato, ora se ne venderà uno certo anche per la madre?
L’industria farmaceutica è riuscita in un’impresa commerciale che non ha uguali. 
Chissà se il povero Ippocrate sta in qualche modo cercando di uscire dall’aldilà armato di randello.
Chissà se il povero Ippocrate sta in qualche modo cercando di uscire dall’aldilà armato di randello

Questo passaggio non sembra allontanarsi molto dal modus operandi del nuovo Ministro alla salute Giulia Grillo, che proprio ieri, davanti alle Commissioni parlamentari preposte, a proposito del morbillo, ha fatto presente che bisognerà agire sulle fasce adulte, spesso scoperte da coperture vaccinali.   
Il mio vecchio professore di fisiologia ci diceva: «Nonostante le vostre cure, la maggior parte dei vostri pazienti guarirà». La ministra Grillo, mai eletta da nessuno e, dunque, seduta deve sta fuori dei confini della Costituzione, sarà uno degli elementi che metteranno alla prova la veridicità di quella frase. Se la Natura avrà interesse a salvare l’homo sapiens, scoverà qualcosa anche per difenderci dal ministro.

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20 settembre 2018

INTERVISTA AL DOTT. MONTANARI SUL MINISTRO GRILLO.

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VACCINI 25 LUGLIO 2018

 Renovatio 21 intervista in esclusiva il dottor Stefano Montanari in relazione alle ultime uscite del ministro Giulia Grillo.


Dott. Montanari, di recente abbiamo dunque appreso dal Ministro alla Salute Giulia Grillo che “ci sono tutti i motivi per decidere di vaccinarsi, quando i vaccini sono ovviamente sicuri ed efficaci come quelli che sono in commercio in Italia”. Lo stesso dicono le analisi effettuate da lei e da sua moglie al microscopio elettronico, giusto?

O questa signora vive su un altro pianeta o c’è qualcosa che non funziona.
Le parole del ministro si commentano da sé. O questa signora vive su un altro pianeta o c’è qualcosa che non funziona. Qualunque medico, e il ministro, comunque, una laurea in medicina ce l’ha, sa che i vaccini sono pieni d’inquinanti, dalle particelle solide e inorganiche che noi fotografiamo regolarmente da 16 anni al glifosato denunciato da una delle maggiori università del mondo come è il Massachusetts  Institute of Tecnology, e hanno tra i loro componenti sostanze che non si devono usare in medicina. Qualunque medico sa pure che gli effetti avversi vengono riportati in una quantità infima rispetto al reale. Recentemente la rivista Science ha pubblicato un articolo sulla poliomielite in Congo provocata proprio dalla vaccinazione. Ma questo è solo un esempio tra i tanti possibili. Sull’efficacia, poi, stendiamo un velo pietoso: ci sono epidemie come quelle di morbillo negli USA che sono solo a carico dei vaccinati, così come quella che ha interessato la Mongolia che ha una copertura vaccinale del 97%.
Ci sono epidemie come quelle di morbillo negli USA che sono solo a carico dei vaccinati, così come quella che ha interessato la Mongolia che ha una copertura vaccinale del 97%
Ma basta leggere le statistiche ufficiali inglesi e statunitensi per constatare con chiarezza che i vaccini non hanno alcuna efficacia. Lo so che la rivelazione è scandalosa per il popolo e irritante per chi di vaccini vive e prospera, ma questi sono fatti. Se ci accontentiamo di chiacchiere e se vogliamo continuare con il pollice in bocca e la coperta di Linus sulle spalle, non sono fatti che mi riguardino. La ministra, però, sta raccontando qualcosa che non ha riscontro con i fatti e, se la cosa è detta al bar è un conto, ma se la dice un ministro, indipendentemente da qualunque valutazione culturale, c’è di che restare perplessi. Consola il fatto che abbia usato il verbo decidere. Insomma, la decisione è un fatto strettamente personale e basta. Chissà se ha capito che cosa significa quel verbo.



Sempre il Ministro Grillo, nei giorni scorsi, ci ha fatto anche presente che è “fondamentale fare una corretta informazione, ma è fondamentale attuare anche misure che possono essere più coercitive nei casi in cui ci sono dei cali nelle coperture vaccinali importanti”.


Che fare corretta informazione sia una necessità è ovvio, ma la corretta informazione non si fa raccontando bugie, nascondendo i fatti e imbavagliando qualunque critica. Sulle coercizioni “fondamentali” siamo ad un livello mortificante. Tutto si basa sulla bufala più straordinariamente di successo dell’industria farmaceutica, vale a dire l’immunità di gregge: un concetto che non si regge in piedi. E poi, lo vede, prima la Grillo parla di decidere e subito dopo di coercizione: due concetti incompatibili. Chissà che cosa avrà voluto dire.

Di fatto non esiste un solo dato che dimostri che una sola vita sia stata salvata dai vaccini. E parlo di dati del tutto ufficiali.


“Dati oggettivi sui benefici dei vaccini”. Dove si possono trovare i dati a cui fa riferimento la pentastellata?


  
Nella pubblicità dell’industria farmaceutica. Di fatto non esiste un solo dato che dimostri che una sola vita sia stata salvata dai vaccini. E parlo di dati del tutto ufficiali.



Il mantra ripetuto a proposito dell’obbligatorietà è “graduale”. Persino Repubblica, il giornale del Pd, ieri scriveva: “La parola d’ordine è gradualità. Che in pratica vuol dire che l’obbligo rimane”.
Ha ragione Repubblica? 



Il governo è palesemente in una situazione d’imbarazzo da cui non sa come uscire. Milioni d’italiani hanno dato fiducia ai partiti che ora siedono in condizioni di maggioranza, ma l’Italia è da anni terreno di caccia non solo incontrastato ma più che facilitato dell’industria farmaceutica ed evidentemente ci sono accordi da cui è difficile svincolarsi. Così escono originalità come quella del “graduale”.
L’Italia è da anni terreno di caccia non solo incontrastato ma più che facilitato dell’industria farmaceutica ed evidentemente ci sono accordi da cui è difficile svincolarsi. Così escono originalità come quella del “graduale”



Dunque, a conti fatti, di male in peggio? Una nuova Lorenzin al governo?
Inutile nascondersi dietro un dito: una vale l’altra. Forse, ma la mia è pura illazione, chi conta sta altrove.



Come mai questo cambio di passo del Ministro alla Salute che, guarda caso, in campagna elettorale pareva essere fortemente contraria alle misure coercitive attuate con le legge 119/2017?


Non dimentichiamoci che si tratta di una grillina. Se lei ricorda gli strepiti di Grillo e della sua corte contro l’incenerimento dei rifiuti, pratica, peraltro, più che condannabile, e poi guarda a come stanno le cose oggi dove i grillini sono al potere da anni aggiungendo a questo il silenzio totale di chi sta al governo, vedrà che quelli affermano una cosa e, tranquillamente, quando fa comodo, non saprei dire su decisione di chi, affermano il suo contrario. O, magari, non affermano nulla di contrario ma al contrario agiscono. Parma e Torino sono solo due degli esempi possibili. Magari la dottoressa Grillo non si ricorda nemmeno di ciò che diceva a gran voce qualche mese fa. Dopo il palese fallimento della filosofia del “voto per il meno peggio”, visti i fatti, il partito delle 5 Stelle può comunque contare su quello che un tempo si chiamava zoccolo duro che è, né più né meno, la riproduzione in copia conforme del tifoso di calcio. A quelli si può dare in pasto qualunque cosa: il rigore c’è solo a favore della squadra del cuore e così il fuorigioco.



Ma non era la stessa Grillo presente nella Commissione sull’uranio impoverito, dentro la quale era anche sua moglie, la dottoressa Gatti?
Essere presenti non significa altro che essere lì. Mia moglie lavorava sul serio e presentava dati inoppugnabili. Questo per quattro legislature. La dottoressa Grillo… chieda a lei.

Basta controllare i dati ufficiali: la copertura vaccinale non ha nulla a che fare con la morbilità. E molto altro ci sarebbe da aggiungere. L’immunità di gregge è un insulto all’intelligenza.


Il dogma dell’immunità di gregge sembra aver conquistato anche il primo partito italiano, sul quale lei però ha sempre avanzato grosse riserve…

Solo un gonzo può cascarci. Valuti solo qualcuno dei tanti punti critici. Di quali delle tante malattie teoricamente vaccinabili ci occupiamo? Logicamente dovrebbero essere malattie trasmissibili, ma infilarci, ad esempio, il tetano è inspiegabile. Poi occorre dimostrare che i vaccinati sono non solo immuni ma non sono agenti di trasmissione della malattia. Ma ci sono vaccinazioni come, ad esempio, quella antipertosse che fanno del vaccinato un untore a vita o tante altre vaccinazioni, e quella antimorbillo è una, che lo fanno untore bello vivace per settimane. Legga ciò che scrivono i produttori stessi dei vaccini e vedrà. Eppure i bambini appena vaccinati entrano tranquillamente a scuola. Poi dobbiamo controllare che, comunque sia, il vaccino ha funzionato. Sì, ma per quanto tempo dura l’immunità eventuale? Allora, con cadenze frequenti dobbiamo controllare lo stato di immunità, cosa praticamente impossibile, a meno di non passare la vita tra vaccinazioni, richiami e controlli. Però basta controllare i dati ufficiali: la copertura vaccinale non ha nulla a che fare con la morbilità. E molto altro ci sarebbe da aggiungere. L’immunità di gregge è un insulto all’intelligenza.


Molti elettori dei 5 Stelle ci scrivono rammaricati, delusi. Pensa che la fiducia verso il movimento di Beppe Grillo sia in calo?

Mi chiedo chi darebbe a molti di loro in mano un condominio
Fosse per me il partito di Grillo non sarebbe mai nemmeno nato. Ne capisco, però, il successo: la gente ha sperato che tante cose cambiassero mandando al potere persone “normali”, ma bisogna stare ai fatti e i fatti dimostrano che le cose non sono cambiate per niente. Anzi, sono peggiorate perché ben pochi tra i nominati (non certo gli eletti perché da diverse legislature nessuno è più eletto in parlamento come Costituzione comanda) hanno esperienza e capacità per svolgere compiti delicatissimi come guidare sessanta milioni di individui. Mi chiedo chi darebbe a molti di loro in mano un condominio. Prescindendo dai vaccini, guardi solo alla follia dei nuovi, perfettamente inutili adempimenti burocratici a carico di chi lavora: è evidente che chi li ha proposti e chi, peggio ancora, li ha fatti diventare legge non ha mai lavorato in vita sua. Dunque, per rispondere alla sua domanda, un calo dei consensi sarebbe un indice che dimostra come l’intelligenza degli italiani non sia morta.


Vedremo mai Stefano Montanari tornare in politica?

In politica non ci sono mai stato. Molto goliardicamente dieci anni fa accettai di presentarmi per un partito che poi, immediatamente, mi deluse e ne scappai inorridito. Comunque, con i 200.000 voti ottenuti non sarei arrivato da nessuna parte. E, mi dico, per fortuna: a Roma, assistendo a certi scempi, non sarei sopravvissuto. Aggiunga che anni fa, nel 2009, mi lasciai convincere a fare il consigliere comunale, ovviamente d’opposizione, in un comune di 15.000 abitanti.  Fu un’esperienza con risvolti tra il disperante e l’allucinante. Se ha voglia di scherzare, ma forse no, in politica andrei per dovere civico con poteri illimitati.


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Tratto da: https://lesciechimicheagenova.blogspot.com/2018/07/intervista-al-dottmontanari-sul.html
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