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31 gennaio 2025

L'Ivermectina e la sua Potenziale Rivoluzione nella Lotta al Cancro: Una Scoperta da Approfondire

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Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha portato alla luce un'ipotesi tanto affascinante quanto rivoluzionaria: l'ivermectina, un farmaco noto per le sue proprietà antiparassitarie, potrebbe avere un ruolo importante nella lotta contro il cancro. 

Di Salvatore Calleri (NatMed)

Un'idea che potrebbe sconvolgere il paradigma attuale e aprire nuove porte alla guarigione attraverso metodi naturali e meno invasivi.

Un Farmaco Antico con Nuove Prospettive

L'ivermectina è stata utilizzata per decenni come antiparassitario, ma solo di recente alcuni ricercatori hanno iniziato a esplorarne il potenziale in ambiti ben più vasti. Gli studi preliminari suggeriscono che questo composto potrebbe influenzare i meccanismi di proliferazione delle cellule tumorali, bloccandone la crescita e inducendo processi di autodistruzione (apoptosi) delle cellule malate.

Come Agisce l'Ivermectina sul Cancro?

Diversi studi hanno mostrato che l'ivermectina potrebbe agire su più fronti:

  • Blocco delle vie metaboliche tumorali: interferisce con il percorso AKT/mTOR, responsabile della crescita incontrollata delle cellule malate.
  • Azione citotossica mirata: selettivamente colpisce le cellule cancerose senza danneggiare eccessivamente quelle sane.
  • Effetto anti-angiogenico: riduce l'afflusso di sangue ai tumori, privandoli dei nutrienti necessari alla loro espansione.

Questi meccanismi d'azione sono di particolare interesse per chi cerca alternative naturali nella prevenzione e nel trattamento del cancro, evitando soluzioni invasive e debilitanti per l’organismo.

Gli Studi Scientifici che Fanno Riflettere

Le ricerche più recenti hanno dato risultati sorprendenti. Uno studio pubblicato su PubMed ha dimostrato che l'ivermectina può bloccare la proliferazione delle cellule tumorali in diversi tipi di cancro, tra cui quello al seno e ai polmoni. Altri esperimenti condotti su modelli animali hanno confermato un'azione positiva nella riduzione della massa tumorale.

Naturalmente, siamo ancora in una fase di esplorazione, e gli scienziati continuano a indagare il reale potenziale di questa sostanza. Tuttavia, ciò che emerge è una prospettiva entusiasmante che merita di essere approfondita, soprattutto per chi crede in un approccio più armonico e naturale alla guarigione.

Le Ricerche Scientifiche più Rilevanti

Le ricerche più recenti hanno dato risultati sorprendenti. Ecco alcuni studi che vale la pena approfondire:

  1. "Ivermectin: a systematic review from antiviral effects to COVID-19 complementary regimen" (2021): Questo studio esamina l'ivermectina non solo per le sue proprietà antivirali, ma anche per il suo potenziale ruolo come agente antitumorale. Gli autori discutono i meccanismi attraverso i quali l'ivermectina potrebbe influenzare la proliferazione delle cellule tumorali. Leggi lo studio

  2. "Ivermectin induces cytostatic autophagy by blocking the PAK1/Akt axis in breast cancer" (2016): Questo studio dimostra che l'ivermectina può indurre l'autofagia citostatica nelle cellule del cancro al seno bloccando l'asse PAK1/Akt. Leggi lo studio

  3. "Il farmaco antiparassitario ivermectina mostra una potente attività antitumorale contro il colangiocarcinoma resistente alla gemcitabina in vitro" (2019): Il farmaco antiparassitario ivermectina (IVM) esercita attività antitumorali in diversi tipi di cancro Leggi lo studio

Naturalmente, siamo ancora in una fase di esplorazione, e gli scienziati continuano a indagare il reale potenziale di questa sostanza. Tuttavia, ciò che emerge è una prospettiva entusiasmante che merita di essere approfondita, soprattutto per chi crede in un approccio più armonico e naturale alla guarigione


Un Futuro di Nuove Speranze

Se le ricerche continueranno a confermare l'efficacia dell'ivermectina nel contrastare il cancro, potremmo trovarci di fronte a una vera e propria rivoluzione nel campo della medicina olistica. Un trattamento che potrebbe affiancare altri rimedi naturali, riequilibrando il corpo e rinforzando il sistema immunitario senza effetti devastanti.

Il cammino è ancora lungo, ma le premesse sono straordinarie. Per chi crede in un approccio naturale e alternativo, questa potrebbe essere una delle scoperte più importanti degli ultimi anni. La conoscenza è potere, e approfondire nuove strade può aprire le porte a una nuova era di guarigione e benessere.

Resta aggiornato e continua a seguire il nostro blog per scoprire le ultime novità su questo affascinante argomento!

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13 novembre 2024

I 10 migliori alimenti antitumorali: stai mangiando bene?

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Cattive abitudini alimentari possono aumentare il rischio di varie malattie, compreso il cancro. (CancerCare.hk)

Il cancro è uno dei principali problemi di salute nel mondo, e molte ricerche dimostrano che una dieta equilibrata può avere un ruolo importante nella sua prevenzione. 

Infatti, studi del National Cancer Institute degli Stati Uniti indicano che il 45% dei tumori è legato alla dieta. Ecco una guida ai 10 alimenti più potenti che, integrati nella tua alimentazione, possono aiutarti a mantenere uno stile di vita sano e combattere i radicali liberi che contribuiscono al cancro.


Di Salvatore Calleri (NatMed)

I 10 migliori alimenti contro il cancro: scopri come pomodori, mirtilli, mele e altri superfood possono aiutarti a rafforzare le difese naturali del corpo.


I pomodori sono ricchi di licopene, che aiuta a prevenire tumori come il cancro alla prostata, il cancro ai polmoni e il cancro dell’endometrio.

1. Pomodoro

Nutriente chiave: Licopene  

Tipi di cancro che può aiutare a prevenire: prostata, polmoni, endometrio, vie respiratorie e tratto digestivo  

Il licopene, potente antiossidante, ha dimostrato di ridurre la proliferazione delle cellule tumorali. Per ottenere il massimo dei benefici, cuocere i pomodori con un po’ d’olio e aceto: così il licopene è sette volte più disponibile rispetto ai pomodori crudi in insalata.


2. Mirtillo rosso

Nutrienti chiave: Acido tannico, proantocianidine  

Tipi di cancro che può aiutare a prevenire: gastrico e seno  

Il mirtillo rosso può inibire l'attaccamento dell’Helicobacter pylori, che è un noto cancerogeno. Si consiglia di consumare il succo di mirtillo o mirtilli essiccati senza additivi chimici per ottenere il massimo dei benefici.


3. Mela

Nutrienti chiave: Fibra, vitamina C, polifenoli, flavonoidi  

Tipi di cancro che può aiutare a prevenire: colon-retto, orofaringe, laringe, polmoni  

Grazie alla pectina, le mele supportano la flora intestinale e contribuiscono a proteggere il colon. Inoltre, i triterpenoidi presenti nella buccia hanno capacità antiossidanti notevoli, perciò è meglio mangiare le mele con la buccia.


4. Cipolla

Nutrienti chiave: Selenio, quercetina  

Tipi di cancro che può aiutare a prevenire: gastrico e seno  

La quercetina nelle cipolle ha un'azione antinfiammatoria che può persino portare alla morte naturale delle cellule tumorali. Mangiare cipolle due volte a settimana riduce significativamente il rischio di vari tipi di cancro, come alla gola e al colon-retto.


5. Mirtilli

Nutrienti chiave: Vitamina C, vitamina K, fibra  

Tipi di cancro che può aiutare a prevenire: polmoni, colon-retto, orofaringe, laringe, cervice  

Con alti livelli di flavonoidi, i mirtilli inibiscono la proliferazione delle cellule tumorali. Il consumo consigliato è di 90-180 grammi al giorno per un effetto ottimale.


Oltre ad ottenere abbastanza nutrienti dal cibo stesso, puoi anche assumere integratori alimentari adeguati secondo le istruzioni del tuo medico nutrizionista. (CancerCare.hk)


6. Broccoli

Nutrienti chiave: β-carotene, vitamina C, glucosinolati  

Tipi di cancro che può aiutare a prevenire: polmoni, seno, colon-retto, prostata  

I glucosinolati nei broccoli si trasformano in isotiocianati quando masticati, un composto che combatte diversi tipi di tumore. Si consiglia di tagliarli e lasciarli riposare 90 minuti prima della cottura per preservare i nutrienti.


7. Carota

Nutriente chiave: Vitamina A  

Tipi di cancro che può aiutare a prevenire: polmoni, pelle, orale  

Il beta-carotene nelle carote migliora la funzione immunitaria e attiva enzimi che aiutano a prevenire il cancro ai polmoni. Le carote cotte, inoltre, offrono un contenuto antiossidante superiore a quello delle carote crude.


8. Noci

Nutrienti chiave: Omega-3, flavonoidi, acido ellagico  

Tipi di cancro che può aiutare a prevenire: seno e prostata  

Le noci sono ricche di antiossidanti che rallentano la crescita delle cellule tumorali. Mangiare 4-5 noci al giorno è sufficiente per avere effetti positivi.

La quinoa è uno dei "super alimenti" ed è ricca di fibre alimentari e sostanze nutritive.

9. Quinoa

Nutrienti chiave: Flavonoidi, fibra, acido fitico  

Tipo di cancro che può aiutare a prevenire: colon-retto  

La quinoa è ricca di fibra e acido fitico, il quale agisce da antiossidante. Chi ha sensibilità gastrica deve introdurre la quinoa gradualmente, accompagnandola sempre con molta acqua.


10. Cavolo riccio (Kale)

Nutrienti chiave: β-carotene, flavonoidi  

Tipi di cancro che può aiutare a prevenire: polmoni, seno, colon-retto, prostata  

Il cavolo riccio contiene brassicina e sulforafano, che supportano il sistema immunitario e contrastano i radicali liberi cancerogeni. Si può consumare crudo o cotto leggermente per preservarne i nutrienti.


Considerazioni finali

Questi 10 alimenti sono ottimi alleati per rafforzare la nostra salute e ridurre il rischio di tumori, ma una dieta sana da sola non basta. Mantenere uno stile di vita equilibrato, fare attività fisica e limitare l’assunzione di alcol e tabacco sono fondamentali per una prevenzione efficace. Se noti cambiamenti sospetti nel tuo corpo, consulta un medico per fare subito un controllo.

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15 ottobre 2024

Scopri come la dieta Life 120 può proteggere contro il cancro al colon e al pancreas: ricerca scientifica alla base della prevenzione e cura

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La dieta Life 120, ideata da Adriano Panzironi, ha attirato l'attenzione di chi cerca metodi alternativi per la cura e la prevenzione di malattie gravi, in particolare il cancro al colon e al pancreas. 

Sebbene questa dieta non sia stata universalmente convalidata dalla comunità scientifica, numerosi studi supportano l'idea che alcune delle sue linee guida possano effettivamente contribuire a ridurre il rischio di cancro, grazie al suo approccio alimentare mirato. 


Di Salvatore Calleri (NatMed)

Di seguito esploreremo come la dieta Life 120 può essere utile nella prevenzione e gestione di questi tipi di tumore, basandoci su ricerche scientifiche comprovate.


Cancro al Colon e al Pancreas: Come la Dieta Life 120 Interviene

Il cancro al colon e al pancreas sono due dei tumori più comuni e aggressivi al mondo. Tuttavia, la ricerca scientifica ha mostrato che la dieta può giocare un ruolo fondamentale nel ridurre il rischio di svilupparli e nel migliorare le possibilità di trattamento. La dieta Life 120 si concentra su un approccio che riduce l'apporto di carboidrati, enfatizzando l'assunzione di grassi sani e proteine, e utilizza integratori per migliorare la salute generale e il sistema immunitario.

1. Riduzione dei Carboidrati e Basso Carico Glicemico

Uno degli aspetti più rilevanti della dieta Life 120 è la limitazione dei carboidrati, che scendono ben al di sotto delle quantità raccomandate nella dieta mediterranea. Questo aspetto è fondamentale nella prevenzione del cancro, in quanto l'eccesso di zuccheri può favorire la crescita delle cellule tumorali. Le cellule tumorali, infatti, si nutrono principalmente di glucosio, e una dieta a basso contenuto di carboidrati può ridurre il loro approvvigionamento energetico. 

Studi condotti su animali e umani hanno mostrato che una dieta a basso contenuto di carboidrati può rallentare la crescita di tumori come quello al colon e al pancreas. Secondo una ricerca pubblicata su Cell Metabolism, ridurre i carboidrati potrebbe rallentare la progressione di alcuni tumori, limitando l'accesso delle cellule tumorali al glucosio, la loro principale fonte di energia. Questo approccio alimentare potrebbe quindi essere utile per prevenire la crescita delle neoplasie.

 2. Influenza Insulinica: Un Ruolo Cruciale nella Lotta al Cancro

La dieta Life 120 propone anche di ridurre i picchi insulinici, un altro fattore chiave nella prevenzione del cancro. La ricerca ha dimostrato che alti livelli di insulina possono stimolare la crescita tumorale. In particolare, i tumori al pancreas, noti per la loro aggressività, sono strettamente legati ai livelli di insulina e glucosio nel sangue. La riduzione dei carboidrati riduce la produzione di insulina, e di conseguenza può ridurre il rischio di cancro al pancreas. 

Studi pubblicati nel Journal of Clinical Oncology hanno evidenziato come una dieta a basso indice glicemico possa migliorare la risposta al trattamento per il cancro al pancreas, aumentando l'efficacia della chemioterapia e riducendo la velocità di progressione del tumore. La dieta Life 120 si allinea con questi principi, proponendo una dieta che evita picchi insulinici e supporta la regolazione ormonale.

3. Grassi Sani: Il Potere Antinfiammatorio

Un altro componente centrale della dieta Life 120 è l'assunzione di grassi sani, provenienti da fonti come avocado, pesce grasso, olio d'oliva e noci. Questi grassi non solo sono essenziali per una salute ottimale, ma hanno anche un effetto antinfiammatorio. L'infiammazione cronica è un noto fattore di rischio per molti tipi di cancro, inclusi quelli al colon e al pancreas. La dieta Life 120, riducendo l'infiammazione attraverso l'uso di grassi sani, può contribuire a prevenire la formazione e la crescita delle cellule tumorali.

Studi scientifici hanno dimostrato che gli omega-3, presenti in alimenti come il pesce grasso e i semi di lino, possiedono potenti proprietà anti-infiammatorie che possono ridurre il rischio di tumori gastrointestinali. Un studio pubblicato su Cancer Research ha rilevato che l'assunzione di omega-3 può limitare la crescita delle cellule tumorali del colon, dimostrando l'efficacia di questi grassi sani nella protezione contro il cancro.

4. Integratori: Un Supporto per la Salute Immune

Un altro elemento chiave della dieta Life 120 è l'integrazione con antiossidanti e altri integratori. La dieta suggerisce l'uso di integratori a base di vitamine, minerali e antiossidanti, tra cui vitamina C, vitamina E, e selenio, che sono noti per le loro proprietà protettive contro i danni cellulari. L'infiammazione e lo stress ossidativo sono due fattori principali nel processo di carcinogenesi. Gli antiossidanti aiutano a neutralizzare i radicali liberi e proteggere le cellule sane dal danno che potrebbe portare allo sviluppo del cancro. 

Studi scientifici hanno ampiamente supportato l'uso di antiossidanti nella prevenzione del cancro. Un esempio è un lavoro pubblicato sul European Journal of Cancer che ha osservato come l'uso di integratori antiossidanti possa ridurre significativamente il rischio di cancro al colon, migliorando la risposta immunitaria e prevenendo danni al DNA causati dallo stress ossidativo.

La dieta Life 120, con il suo approccio rigoroso e mirato, sfrutta i principi della nutrizione scientificamente comprovata per favorire la prevenzione e la gestione del cancro, in particolare quello al colon e al pancreas. Limitando i carboidrati, riducendo i picchi insulinici, promuovendo l'assunzione di grassi sani e utilizzando integratori, questa dieta supporta il corpo nel contrastare l'infiammazione e lo stress ossidativo, due fattori cruciali per lo sviluppo del cancro.

La dieta Life 120 rappresenta un valido strumento di supporto per chi desidera migliorare il proprio stato di salute e ridurre il rischio di gravi patologie. Naturalmente, qualsiasi cambiamento dietetico significativo dovrebbe sempre essere effettuato sotto la supervisione di un medico o di un nutrizionista qualificato.

Ecco alcuni riferimenti scientifici che supportano la dieta Life 120 e il suo potenziale ruolo nella prevenzione e cura del cancro al colon e al pancreas:

1. Basso Carico Glicemico e Cancro 
   - Cell Metabolism ha pubblicato studi che esplorano come le diete a basso contenuto di carboidrati possano ridurre la disponibilità di glucosio alle cellule tumorali, limitando la crescita di tumori gastrointestinali come quello al colon. La ricerca suggerisce che il ridotto apporto di zuccheri possa ridurre il rischio di proliferazione cellulare tumorale attraverso la limitazione della glicolisi nelle cellule maligne (Low Glycemic Index Diet and Cancer Prevention, *Cell Metabolism*, 2014).
   - Cancer Research ha evidenziato che l'approccio alimentare a basso indice glicemico potrebbe rallentare la crescita delle cellule tumorali nel colon e altri organi, anche migliorando la risposta alle terapie tradizionali (Impact of Glycemic Index on Cancer Risk, *Cancer Research*, 2013).

2. Insulina e Cancro al Pancreas 
   - La correlazione tra alti livelli di insulina e il rischio di cancro al pancreas è stata ampiamente documentata. Secondo uno studio pubblicato su *Journal of Clinical Oncology*, la riduzione dei picchi insulinici attraverso una dieta controllata può essere un fattore protettivo contro il carcinoma pancreatico (Insulin Resistance and Cancer, *Journal of Clinical Oncology*, 2015).
   - La dieta Life 120, che riduce l'assunzione di carboidrati per limitare la produzione di insulina, potrebbe quindi ridurre il rischio di cancro al pancreas, un tipo di tumore notoriamente associato a elevati livelli di insulina.

3. Grassi Sani e Prevenzione del Cancro  
   - Gli acidi grassi omega-3, presenti in alimenti come il pesce grasso, sono stati collegati a effetti antinfiammatori e a una riduzione del rischio di cancro. Una revisione sistematica pubblicata su Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention ha confermato che l'assunzione di omega-3 può ridurre l'infiammazione sistemica e proteggere contro la crescita di tumori gastrointestinali, compreso il cancro al colon (Omega-3 Fatty Acids and Cancer Risk, Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention, 2016).
   - Inoltre, The Journal of Nutritional Biochemistry ha sottolineato come il consumo regolare di grassi sani da fonti naturali come olio d'oliva e avocado possa avere effetti protettivi contro l'insorgenza di tumori legati all'infiammazione (Dietary Fats and Cancer Prevention, Journal of Nutritional Biochemistry, 2018).

4. Antiossidanti e Protezione Cellulare  
   - Gli antiossidanti sono stati studiati per le loro proprietà protettive contro lo stress ossidativo, un fattore chiave nella carcinogenesi. Secondo un articolo pubblicato su European Journal of Cancer, l'uso di integratori a base di vitamine antiossidanti come la vitamina C e E può ridurre il rischio di danni cellulari e mutazioni genetiche, favorendo la prevenzione del cancro al colon (Antioxidants in Cancer Prevention, European Journal of Cancer, 2017).
   - Un altro studio su Free Radical Biology & Medicine ha evidenziato come l'uso regolare di antiossidanti possa rafforzare il sistema immunitario e prevenire l'instaurarsi di mutazioni cellulari che potrebbero portare al cancro (Role of Antioxidants in Cancer Prevention, *Free Radical Biology & Medicine*, 2015).

Conclusioni

Queste ricerche scientifiche evidenziano come una dieta mirata, come quella proposta da Life 120, che limita i carboidrati, aumenta i grassi sani e favorisce l'uso di integratori, possa ridurre significativamente i fattori di rischio associati a tumori gravi come quelli al colon e al pancreas. Sebbene la dieta Life 120 non possa sostituire trattamenti medici ufficiali, essa rappresenta un supporto importante per la prevenzione del cancro.

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15 aprile 2020

Vitamina C: Acido L-Ascorbico. Il prodotto antiossidante per eccellenza!

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Un prodotto antiossidante  per eccellenza! 

Di seguito riportiamo alcune tra le principali caratteristiche e qualità di questo prodotto:

Descrizione
La vitamina C, conosciuta anche come acido ascorbico, è un composto idrosolubile simile al glucosio. Benché abbastanza stabile in soluzione acida, è di norma la meno stabile delle vitamine ed è molto sensibile alla luce, al calore e all’aria, che stimolano l’attività degli enzimi ossidativi.
Una sua funzione molto importante è quella di mantenere in attività il collagene, una proteina necessaria per la formazione del tessuto connettivo della pelle, dei legamenti e delle ossa. La vitamina C ha un ruolo rilevante nella rimarginazione delle ferite e delle ustioni perché facilita la formazione del tessuto connettivo della cicatrice. Le cellule della parete arteriosa hanno bisogno del collagene per espandersi e contrarsi con i battiti del cuore; anche i capillari ne hanno bisogno perché sono più fragili. Un altra proprietà importante della vitamina C è quella antiossidante, che tra le altre cose, la rende utile come additivo alimentare. Questa funzione si esplica quando la vitamina C si auto-ossida e poi rigenera le sostanze ossidate come il ferro o il rame riportandole alla loro forma originale. Nel corso di questo processo, l’agente ossidante dannoso viene rimosso.

Da  Bodanchimica.it

        La vitamina C protegge il ferro nell’intestino dall’ossidazione.
Essa contribuisce anche alla formazione dei globuli rossi e previene le emorragie. Inoltre combatte le infezioni batteriche e riduce gli effetti di alcune sostanze che provocano allergie. Per queste ragioni la vitamina C è spesso usata nella prevenzione e nella cura del raffreddore comune. E’ stato scoperto che la vitamina C agisce come antistaminico e può essere usata per ridurre le dosi della forma medicinale.
La vitamina C ha relazioni significative con altri elementi nutritivi. Contribuisce al metabolismo di alcuni aminoacidi come la fenilalanina e la tirosina che diventano ormoni. La vitamina C trasforma le forme inattive di acido folico in forma attiva di acido folinico e può avere un ruolo significativo nel metabolismo del calcio e del ferro. Inoltre protegge la tiamina, la riboflavina, l’acido folico, l’acido pantotenico, la vitamina A e la E dall’ossidazione. Protegge il cervello e il midollo spinale dalla distruzione da parte di radicali liberi. Gli studi sulla vitamina C come terapia anti-tumorale continuano, ma esistono già delle prove riguardanti l’effetto protettivo della vitamina C, nei confronti di alcuni tipi di tumore, in larghe fasce della popolazione.
Grande concentrazione di vitamina C si trova nelle ghiandole surrenali, che rilasciano epinefrina e norepinefrina nei momenti di stress.

Assorbimento ed immagazzinamento

        Dato che la vitamina C è una “vitamina da stress” viene consumata ancora più rapidamente in condizioni di stress. Le piccole riserve vengono rapidamente consumate dagli stress e dalle frustrazioni quotidiane. Gli esseri umani, le scimmie e le cavie sono tra i pochi animali che necessitano la vitamina C nell’alimentazione perché non sono in grado di soddisfare il fabbisogno organico attraverso la sintesi e dipendono quindi dall’apporto dietetico.
Il livello di acido ascorbico nel sangue raggiunge la punta massima due o tre ore dopo l’ingestione di una quantità media, per poi diminuire quando inizia l’eliminazione attraverso le urine e la sudorazione. La maggior parte della vitamina C viene eliminata dal corpo in tre o quattro ore, ecco perché essa deve essere assunta diverse volte al giorno. Una maggiore eliminazione della vitamina C attraverso le vie urinarie dovuta ad una maggiore assunzione della vitamina non significa che i tessuti del corpo sono saturi. Il livello di vitamina C nel sangue tornerà ai livelli medi in 12 o 13 ore, indifferentemente dalla quantità assunta. Per mantenere un giusto livello della vitamina nel siero, bisognerebbe assumerla ad intervalli di tre o quattro ore. L’eccesso di vitamina C che arriva alla vescica può prevenire il cancro alla vescica.

        Quando viene assunta per via orale, la maggior parte della vitamina viene assorbita attraverso la membrana mucosa della bocca, dello stomaco e della parte superiore dell’intestino tenue. Maggiore sarà la dose, minore sarà la percentuale assorbita. Per esempio, in una dose inferiore ai 250 mg la percentuale di vitamina assorbita è dell’ottanta per cento, mentre in una dose superiore ai due grammi verrà assorbito il 50%. Dato che un corpo sano può assorbire solo una certa quantità durante un certo periodo di tempo, l’assunzione di alte dosi di vitamina C in una volta sola, se non necessarie, provoca una maggiore eliminazione di acido ascorbico non metabolizzato. Nei trattamenti terapeutici le iniezioni intravenose di qualche grammo di acido ascorbico sono più efficaci dell’assunzione orale della stessa quantità. L’assorbimento intestinale di ferro e calcio viene notevolmente migliorato dall’assunzione di giuste quantità di vitamina C.

        Un organismo umano normale quando è completamente saturo contiene circa 5000 mg di vitamina C, dei quali, 30 mg si trovano nelle ghiandole surrenali, 200 mg nei fluidi extracellulari, il resto è distribuito in concentrazioni variabili in tutte le cellule del corpo. La capacità dell’organismo di assorbire la vitamina C viene ridotta dal fumo, dallo stress, dalla febbre alta o dall’inalazione di gas derivati dalla combustione del petrolio. I sulfamidici aumentano l’eliminazione della vitamina C attraverso le vie urinarie di due o tre volte rispetto alla quantità normale. Il bicarbonato di sodio crea un ambiente alcalino che distrugge la vitamina C. Inoltre quantità d’acqua eccessive impoveriscono le riserve organiche di vitamina C. La cottura degli alimenti effettuata in contenitori di rame distrugge la vitamina C contenuta nei cibi. La vitamina C contenuta negli alimenti si deteriora rapidamente col trasporto, la lavorazione, l’immagazzinamento, la cottura, l’ammaccatura, il taglio, l’esposizione alla luce, all’aria e al calore. Il succo d’arancia, se viene conservato coperto nel frigorifero, conserverà la sua forza per diversi giorni. Quanto più freschi e meno cotti saranno gli alimenti maggiore sarà la quantità di vitamina contenuta. Tra i metodi di cottura da preferire ricordiamo il forno a microonde, il vapore e la frittura rapida. I gambi dei broccoli conservano la vitamina molto più a lungo delle infiorescenze. Gli spinaci perdono 105 mg della vitamina nel giro di 10 giorni. I peperoni dolci possono essere conservati per 3 settimane con una perdita minima.

Dosaggio e tossicità
        Il Consiglio Nazionale di Ricerca (Usa) raccomanda 60 milligrammi di vitamina C per gli adulti. Il fabbisogno varia secondo le differenze di peso, il tasso di metabolismo, l’attività, le malattie e l’età. Stati di stress, come l’ansia, le infezioni, le ferite, le operazioni chirurgiche, le ustioni e la stanchezza ne aumentano il fabbisogno nell’organismo. Individui ipoglicemici o che seguono una dieta iperproteica necessitano di una dose maggiore di vitamina C, poiché tali condizioni interferiscono con il metabolismo della vitamina. Persone con alti livelli di rame o di ferro nel sangue hanno bisogno di una maggior assunzione di vitamina C. Ogni condizione che elevi il livello di rame nel siero incrementa il fabbisogno di vitamina C, compresa la schizofrenia, il fumo, (i fumatori dovrebbero assumerne 100 mg al giorno) l’uso di contraccettivi orali, mestruazioni e l’ultimo mese di gravidanza (consultate un medico). Due grammi al giorno per due settimane diminuiranno la durata e la gravità del raffreddore e dei sintomi di allergie.

        Quando la vitamina C viene prescritta per ragioni terapeutiche, il dosaggio è molto importante. Troppo poca avrà poco o nessun effetto. Oltre ai 60 mg per gli adulti, si consiglia l’assunzione di altri 10 mg alle gestanti e di altri 35 alle donne che allattano. In alcune circostanze e nel corso di certe malattie sarà necessario aumentare la dose, come nel caso di temperatura corporea estremamente alta o bassa, in presenza di livelli tossici di piombo, mercurio e cadmio e con l’uso cronico di medicinali come l’aspirina e i barbiturici. Quando vengono somministrate dosi molto alte della vitamina, è necessario aumentare anche l’assunzione di calcio.
In qualche caso, dosi ampie di vitamina C possono dare effetti collaterali. I sintomi possono essere una leggera sensazione di bruciore durante l’orinazione, disordini intestinali o diarrea, gas intestinali o dolori addominali, arrossamenti cutanei e nausea. Quando uno di questi sintomi si presenta è bene ridurre il dosaggio. La presenza di queste condizioni può essere evitata assumendo la vitamina dopo i pasti, la qual cosa è anche utile per una corretta assimilazione. Se i sintomi persistono, si possono provare altri tipi di vitamina C.

        Non dovrebbero essere assunte grandi dosi di vitamina C da coloro che hanno la tendenza alla formazione di calcoli di ossalati o cistinuria, a meno che essa non sia sotto forma di ascorbato di sodio. L’ascorbato di sodio non influisce sull’acidità delle urine e favorisce l’escrezione degli ossalati. Alcuni individui soffrono di una malattia genetica rara che provoca la formazione di calcoli renali quando si assumono grandi quantità di vitamina C. Le persone che hanno una tendenza alla gotta e quelle che, a causa di una condizione genetica, hanno un assorbimento alterato della vitamina C, sono più esposte alla formazione di calcoli. In questi casi vi è la necessità di ridurre l’assunzione della vitamina. Gli americani di colore, gli africani, gli asiatici, gli ebrei sefarditi e alcuni altri gruppi etnici possono avere maggiori effetti collaterali dovuti all’assunzione di dosaggi molto alti. La vitamina potrebbe provocare la rottura dei loro globuli rossi causando anemia emolitica. Le persone che soffrono di anemia falciforme sono particolarmente vulnerabili.

        Anche le terapie a base di estrogeni aumentano il fabbisogno di vitamina C e B6. La vitamina C può dare una lettura falsata dei test glicemici (eccetto la esochinasi), della glucosio ossidasi e del test per la ricerca di sangue nelle feci. Abbassando la quantità di vitamina C, dopo un’assunzione di alte dosi si possono avere sintomi di scorbuto (soprattutto nei neonati). Quindi le dosi della vitamina dovrebbero essere abbassate gradualmente in un periodo di tempo finché l’organismo si è adattato al nuovo regime. Le persone che prendono anticoagulanti potrebbero cancellarne l’effetto prendendo dosi molto alte di vitamina C. Un eccesso di vitamina può promuovere l’assorbimento del ferro, provocando così un’overdose del minerale.

Effetti da carenza e sintomi

        Segni di carenza sono respiro corto, cattiva digestione, capelli fragili con doppie punte, capelli che si spezzano sottopelle e che si attorcigliano, capelli secchi e annodati, scarsità di latte, rottura dei vasi sanguigni causa di sanguinamento delle gengive alla base dei denti, rottura dei capillari causa di emorragie puntiformi, problemi alla pelle, indebolimento dello smalto, tendenza alla formazione di ematomi, giunture gonfie o doloranti, perdita di sangue dal naso, anemia, diminuita resistenza alle infezioni, lenta guarigione di fratture e ferite. I denti possono essere meno saldi e perdere le otturazioni. Anche carenze minime di vitamina C possono causare disturbi alle gengive che permettono ai batteri e alle sostanze tossiche di penetrare nei tessuti causando periodontopatie.

        La mancanza di vitamina C può essere causa di infarti e di ictus, provocati da coaguli. La carenza può causare degenerazione muscolare che può includere il cuore. E’ noto che il fumo diminuisce il livello di acido ascorbico nel sangue. Ad un campione di sangue umano di cui si conosceva con precisione il contenuto di acido ascorbico è stato aggiunta nicotina. Il contenuto di acido ascorbico è diminuito di una percentuale dal 24 al 31%.
Gli etilisti hanno un tasso bassissimo di vitamina C nel siero perché la vitamina è utilizzata per eliminare gli effetti tossici dell’alcool. E’ stato scoperto recentemente che gli anziani e coloro che soffrono di malattie croniche insieme agli etilisti formano un gruppo di persone più vulnerabile allo scorbuto. Gravi carenze causano lo scorbuto in qualunque persona. Le persone malate di cancro, quelle che soffrono di disturbi dentali, ortopedici o i dializzati sono tutti esposti a carenze di vitamina C.

        In caso di carenza la pelle diventa ruvida, secca e squamosa. Le terminazioni ossee si ammorbidiscono e diventano doloranti, insorgono malformazioni che possono causare squilibri nella crescita e fratture. Un sanguinamento abbondante delle articolazioni e delle cavità del corpo può provocare la morte.

Effetti benefici nelle malattie

        La vitamina C ha un ruolo importante nella prevenzione e cura dello scorbuto. Essa facilita la formazione di ossa e denti sani, proteggendo lo smalto e la polpa. Riduce inoltre gli effetti negativi sull’organismo di certe sostanze che producono allergie. La vitamina C viene frequentemente usata per ridurre la durata e la gravità del raffreddore comune. Il fluido lubrificante delle articolazioni (liquido sinoviale) diventa più scorrevole quando i livelli sierici di acido ascorbico sono alti e consente una maggiore libertà di movimento. Quindi, pazienti artritici curati con vitamina C possono ricavare un po’ di sollievo dal dolore. E’ un elemento nutritivo importante nel trattamento delle ferite perché accelera il processo di rimarginazione, particolarmente in caso di bruciature della cornea. L’acido ascorbico può abbassare il contenuto di colesterolo nel sangue dei pazienti affetti da arteriosclerosi. Il tasso di colesterolo nel siero si riduce del 35-40% con il trattamento con vitamina C. Anche se non si conoscono ancora i risultati definitivi, gli studi sulla relazione tra colesterolo e vitamina C continuano.

        Il fabbisogno di vitamina C aumenta con l’età a causa di un maggior bisogno di rigenerazione del collagene. Col passare degli anni, le ghiandole sessuali richiedono una maggior quantità di vitamina C e la ottengono dagli altri tessuti, che rimangono esposti alle malattie. Quindi un’integrazione adeguata contribuirà a ridurne l’impoverimento. La vitamina C ha dato risultati positivi nei casi di sterilità maschile. E’ stato notato che la vitamina migliora l’utilizzazione di zinco, magnesio, rame e potassio, elementi vitali per un normale funzionamento dello sperma. La vitamina C dà risultati positivi in caso di displasia cervicale, un disturbo che può portare al cancro. La vitamina C, la vitamina E e i bioflavonoidi hanno dato sollievo a molte persone che soffrivano di vene varicose. Una dieta equilibrata insieme all’esercizio fisico aiutano a prevenirle.

        L’octocosanolo nel germe di grano o sotto forma di Prometol (capsule di sostanza cristallina), che si può acquistare nei negozi di alimenti naturali, assunto insieme all’olio di primula, la vitamina E (sotto forma di tocoferoli misti), la vitamina C, il selenio e la lecitina può migliorare i sintomi della sclerosi multipla. Consultate un medico per avere un dosaggio terapeutico. Nella malattia di Crohn, il corpo utilizza zinco, magnesio, piridossina, niacinamide, vitamina C e E per proteggersi dall’ossidazione. Le vitamine C e B6 sono entrambe diuretici naturali e vengono usate insieme ai bioflavonoidi dai medici nutrizionisti per curare i pazienti ipertesi potenziando l’azione della vitamina C nell’organismo (ad esclusione dell’ascorbato di sodio).

        La vitamina C è importante in tutte le condizioni stressanti. Il fabbisogno di acido ascorbico nei tessuti è superiore in presenza di metabolismo accelerato. La vitamina C stimola la produzione di interferone e agisce da fattore inattivante contro i virus e le infezioni, incluso il virus herpes, le eruzioni vacciniche, il virus dell’epatite, della poliomielite, dell’encefalite, del morbillo, della polmonite e dell’AIDS. Ciò avviene perché la vitamina C, catalizzata dagli ioni del rame, riduce le molecole di ossigeno in molecole tali che, a loro volta, attaccano gli acidi nucleici del virus. Dato che il normale funzionamento dei globuli bianchi che lottano contro le infezioni dipende dalla vitamina C, questo stesso meccanismo opera contro i batteri, compresi quelli responsabili della difterite, della tubercolosi, del tetano, della febbre tifoide, e gli stafilococchi.

        Se viene assunta vitamina C sufficiente per saturare i tessuti, essa entra nelle cellule e distrugge i virus momentaneamente inattivi. Per più di 25 anni il dott. Frederick Klenner di Reidsville, in North Carolina, ha usato la vitamina C nel trattamento di malattie virali. La sua terapia si basa sulla somministrazione, per via endovenosa o per via orale, di 20-40 grammi di vitamina C al dì. I sintomi dello scorbuto regrediscono rapidamente con la somministrazione di 100 mg al giorno. Si è appurato che la somministrazione di due grammi al giorno o di 500 mg iniettati due volte al giorno inibisce la coagulazione del sangue.
Dosi massicce di vitamina C sono state usate per curare tossicodipendenti, inclusi gli eroinomani e i dipendenti da metadone e barbiturici. Il chiropratico Alfred F. Libby di Santa Ana, California, ha ottenuto buoni risultati somministrando per quattro giorni da 25 a 85 grammi di ascorbato di sodio, una versione della vitamina C, poi ha ridotto la dose a 5 grammi di ascorbato di sodio e 5 grammi di acido ascorbico. Il trattamento facilita la rinuncia all’eroina, aiuta a stabilire un buon appetito e un buon sonno, e aiuta a eliminare ragionamenti anormali. La vitamina C è stata utilizzata per effettuare dei test che valutassero i suoi effetti sull’intelligenza. Uno studio basato su un gruppo di controllo formato da bambini ha riscontrato una aumento del 3,6% del QI quando la somministrazione di vitamina C veniva aumentata del 50%.

        Dosaggi alti di vitamina C riducono i livelli del vanadio che è associato a disturbi maniaco-depressivi e a disturbi del metabolismo idrico e degli elettroliti. La vitamina C può aumentare l’efficacia degli psicofarmaci come l’aloperidolo, permettendo quindi di ridurne le quantità, con conseguente diminuzione degli effetti collaterali. Il dott. Carl Pfeiffer afferma che la vitamina C agisce come ansiolitico sul sistema nervoso. Egli usa la vitamina C per trattare la schizofrenia. Studi hanno mostrato che i pazienti psicolabili hanno un inusuale bisogno eccessivo di vitamina C. Il trattamento con vitamina C porta un miglioramento in casi di paranoia e depressione.

        La vitamina C previene la formazione di nitrosammine cancerogene dai nitriti e nitrati che si trovano in alcuni alimenti. La vitamina C è stata usata con successo per curare morsi di serpenti e di ragni, punture di insetti e rabbia. Attualmente vengono svolte delle ricerche per determinare il suo ruolo nel favorire la resistenza alla stanchezza, alle malattie respiratorie e al dolore. La vitamina C è importante per il recupero di pazienti colpiti da attacco cardiaco, prevenendo la dannosa azione dei radicali liberi. Comunque, il cuore assorbirà una così grande quantità di vitamina C da altri tessuti del corpo, che sarà necessaria un’integrazione sufficiente. Alcuni medici scozzesi sostengono che la vitamina C contrasta le emorragie del tratto intestinale causate dall’aspirina o dall’alcool. L’emorragia può anche continuare o rincominciare se non è presente vitamina C sufficiente per chiudere le lesioni.

        La vitamina C è essenziale per stimolare il sistema immunitario, mettendo l’organismo in grado di resistere alle malattie, incluso il cancro, soprattutto, secondo recenti scoperte, il cancro allo stomaco e all’esofago. Questa scoperta è stata allargata anche al tumore alla laringe in individui fumatori e bevitori. Il suo ruolo di antiossidante nei polmoni è prezioso per minimizzare gli effetti dell’inquinamento ambientale, inclusi quelli dovuti a monossido di carbonio e fumo di sigaretta. I livelli di vitamina C nei fumatori possono essere riportati alla normalità attraverso l’integrazione.
La vitamina C può bloccare la formazione di sostanze cancerogene come le nitrosammine. Queste sostanze si trovano nei cosmetici, nei prodotti a base di tabacco, nel fumo di sigaretta, nelle bevande a base di malto e nelle carni trattate (ad alcuni tipi di salumi viene aggiunta la vitamina C per evitare che le nitrosammine entrino nell’organismo). Si riporta che alcuni individui sono stati guariti dal cancro con l’assunzione di 10 grammi di vitamina C al giorno.

        Altri pazienti affetti da cancro in fase terminale sono sopravvissuti quattro volte di più di quelli di un’gruppo di controllo. Tuttavia questi risultati dovranno essere confermati da studi più approfonditi. La vitamina C può neutralizzare la tossicità delle clorammine, che vengono aggiunte all’acqua per sostituire il cloro (del quale si conosce l’azione cancerogena). La vitamina C protegge anche dagli effetti nocivi di sostanze dannose come il cadmio, il mercurio, il piombo, il ferro, il rame, l’arsenico, il benzene e alcuni pesticidi.
Il dott. James Greenwood dell’Università di Baylor, dichiara che un’assunzione maggiore del normale di vitamina C aiuta a conservare l’integrità dei dischi intervertebrali ed a prevenire problemi alla schiena. Le temperature alte o basse aumentano il fabbisogno di vitamina C. La vitamina, in parte, migliora il metabolismo della tirosina e fenilalanina, precursori di ormoni caloriferi come quelli tiroidei. La vitamina C può aiutare i diabetici che soffrono di sanguinamento alle gengive, cicatrizzazione lenta delle ferite ed invecchiamento precoce della pelle.

        Ricerche eseguite in laboratorio sulle scimmie hanno dimostrato che la vitamina C può proteggere dal congelamento. Studi condotti in Russia hanno mostrato che la vitamina C rallenta il processo d’invecchiamento. Gli atleti russi adoperano la vitamina C per accrescere i tessuti muscolari. La vitamina C può far diminuire il fabbisogno di alcuni medicinali come la L-Dopa e gli antidolorifici somministrati a pazienti affetti da cancro. La vitamina impedisce a certi enzimi di scomporre i naturali composti antidolorifici del cervello.
La vitamina C aiuta le vittime di shock da ferita, shock elettrico e folgorazione. Previene la miliaria rubra e i colpi di calore. La leucemia, la pancreatite e le malattie reumatiche del cuore rispondono bene alla terapia con vitamina C. La vitamina C in polvere, inumidita con l’acqua per ottenere una massa spalmabile da applicare sulla pelle, può risolvere l’irritazione da contatto di Rhus radicans e Rhus diversiloba (due varietà di rampicanti diffuse in America, N.d.E.) in 24 ore, se verranno assunte contemporaneamente anche dosi adeguate della vitamina per via orale.

Ricerche eseguite su esseri umani
 
  1. Vitamina C e pertosse. A novanta bambini affetti da pertosse, è stata somministrata vitamina C per via orale, per iniezione 5.000 milligrammi al dì per sette giorni, riducendone la dose gradualmente fino a raggiungere il livello giornaliero di 100 milligrammi. Ad un gruppo di controllo è stato somministrato invece un vaccino contro la pertosse.

    Risultati. La durata della malattia nei bambini che avevano ricevuto acido ascorbico è stata di 15-20 giorni, mentre la durata media per i bambini che avevano ricevuto un vaccino è stata di 34 giorni. Quando la terapia di acido ascorbico è stata iniziata durante lo stadio catarrale, lo stadio spasmodico è stato prevenuto nel 75% dei casi. (Journal of the American Medical Association, 4 Novembre 1950, come riportato in Rodale, The Encyclopedia of Healthful Living, pag. 956.)

     
  2. La vitamina C e la miliaria rubra. Trenta bambini sono stati suddivisi in due gruppi. Ad uno di essi è stata somministrata vitamina C in rapporto al peso corporeo; all’altro è stato somministrato un placebo, in questo caso sotto forma di pillole di zucchero. Solo il farmacista sapeva a chi fossero state realmente somministrate. Dopo due settimane il dott. Hindson e il farmacista paragonarono i loro appunti:

     
    Gruppo vitamina C
    Gruppo placebo
    1 immutato
    9 immutati
    4 migliorati
    4 migliorati
    10 guariti dalle lesioni
    2 peggiorati

    Ai 15 pazienti a cui fu somministrato il placebo è stata data vitamina C in seguito alla prima comparazione. Nell’arco di due mesi, non sono state riscontrate lesioni in alcuno dei 30 bambini. (Dosaggio: bambino di 17 chilogrammi = 250 milligrammi al dì). (dott. C. Hindson, come riportato in Rodale, ed., Prevention, Luglio 1972.)

     
  3. Vitamina C e carenza di ferro. Trenta donne in età tra i 14 e i 40 anni soffrivano di carenza di ferro. Fu loro somministrata una compressa da 200 milligrammi di acido ascorbico al dì.

    Risultati. Dopo 60 giorni di trattamento, la carenza di ferro migliorava. Una carenza cronica di ferro è spesso complicata dall’effetto collaterale dello scorbuto. Per influenzare l’assorbimento del ferro è necessaria un’assunzione di almeno 200-500 milligrammi di vitamina C al giorno. (Enil Margo Schleicher, direttore del reparto di Ematologia dell’Ospedale St. Barnabas, Minneapolis, come riportato in Rodale, ed., Prevention, Agosto 1970.)

     

  4. Vitamina C e nicotina. Quattordici fumatori e 14 non fumatori aventi abitudini dietetiche simili sono stati sottoposti a diete carenti di vitamina C. A tutti sono stati presi i campioni di sangue. Quindi sono stati somministrati 1,1 grammi di vitamina C e abbondanti dosi di vitamine idrosolubili per facilitarne l’assorbimento. Questo processo ha avuto la durata di 5 giorni, finché l’organismo dei soggetti non era saturo di vitamina C. Per tre giorni le assunzioni di vitamina C sono state limitate e le urine scrupolosamente analizzate.

    Risultati. Le analisi del sangue hanno dimostrato che i fumatori avevano circa il 30% in meno di vitamina C nel sangue rispetto ai non fumatori. (Omar Pelletier della Divisione Ricerca del Food and Drug Directorate in Ottawa, Canada, come riportato in Rodale, ed., Prevention, Luglio 1969.)

     
  5. Vitamina C e infiammazione dell’uretra. Dodici uomini soffrivano di infiammazione dolorosa dell’uretra; dopo un’attenta visita, a ciascuno di loro sono stati somministrati, per quattro giorni, 3 grammi di vitamina C. L’irritazione era provocata da cristalli fosfatici che si erano formati nell’urina a causa di un’insufficiente acidità.

    Risultati. Le alte dosi di vitamina C sono risultate una buona terapia per introdurre sufficiente acidità affinché i cristalli regredissero in soluzione. L’apporto in eccesso di vitamina C ha determinato l’eliminazione dalle urine di quella parte non immagazzinata dall’organismo e la conseguente guarigione dei pazienti. L’eccesso di vitamina C nelle urine si è rivelato efficace al 100% nel curare i sintomi. (Rodale, ed., Prevention, Luglio 1973.)

     
Ricerche eseguite su animali
 
  1. La vitamina C e la formazione dei denti. In cavie carenti di vitamina C cessava la formazione della dentina e la polpa era separata dalla dentina da liquidi, oppure la dentina prodotta era di qualità inferiore. La polpa si restringeva e, una volta libera dalla dentina, galleggiava apparentemente in un liquido.

    Risultati. Con la somministrazione di vitamina C si è avuto un rapido miglioramento. (Journal of Dentistry for Children, Third quarter, 1943, come riportato in Rodale, The Encyclopedia for Healthful Living, pagg. 953-954.)

     
  2. Vitamina C e avvelenamento da mercurio. A 20 cavie sono stati somministrati 200 milligrammi di vitamina C al giorno per sei giorni (l’equivalente di 14 grammi al dì per l’uomo). Al sesto giorno, a ciascuna cavia è stata somministrata una notevole dose di mercurio. Dopo l’avvelenamento sono state riportate alla loro dieta abituale, che consisteva in 200 milligrammi di vitamina C al dì.

    Risultati. Dopo due giorni, pur perdendo peso, si comportavano normalmente. Dopo 20 giorni gli animali potevano considerarsi salvi. (Momcilo Mokranjae e Ceda Petrovic, in C. R. Acad. Sc. Paris, come riportato in Rodale, ed., Prevention, Luglio 1972, pag. 82.)

     
  3. La vitamina C e la morte per mancanza di ossigeno. Quarantadue ratti furono posti in una camera di decompressione finché la pressione atmosferica fu equivalente ad un’altitudine di 33.000 piedi. Morirono tutti in 13 minuti. Ad un secondo gruppo di ratti fu iniettata vitamina C prima di essere sottoposti alla decompressione. Il dosaggio loro somministrato era equivalente ad un dosaggio umano di 7 grammi.

    Risultati. All’esperimento sopravvissero tre ratti, mentre gli altri rimasero in vita per una media di circa 23,7 minuti.
    Ad un terzo gruppo di 44 ratti furono iniettati dosaggi doppi di vitamina C rispetto al secondo gruppo (equivalente a una dose umana di 14 grammi) e poi sottoposti alla decompressione.
    Risultati. Sopravvissero 21 ratti mentre gli altri rimasero in vita per quasi un ora. Gli studiosi non hanno stabilito la causa di questo effetto della vitamina C. (Kazuo Asahina e Katsumi Asano, Toho University School of Medicine, Tokyo, come riportato in Rodale, ed., Prevention, Luglio 1972.)

     
LA VITAMINA C PUO’ ESSERE EFFICACE NELLA CURA DELLE SEGUENTI MALATTIE


 

OrganiMalattie
Apparato intestinaleColite
 Diarrea
 Emorroidi
 Fibrosi cistica
 Morbo celiaco
 Stitichezza
 Vermi
Apparato riproduttivoProstatite
 Contraccezione
 Gravidanza
 Mestruazioni
 Displasia cervicale
ArticolazioniArtrite
 Borsite
 Gotta
BoccaAlitosi
 Cancro all’esofago
 Cancro alla laringe
 Ulcere aftose della bocca
Capelli/cuoio capellutoCalvizie
 Problemi dei capelli
CistifelleaCalcoli alla cistifellea
CuoreAngina pectoris
 Arteriosclerosi
 Attacchi cardiaci
 Ipertensione
Cervello/sistema nervosoAffaticamento
 Epilessia
 Herpes zoster
 Ictus
 Insonnia
 Ipertensione
 Ipossia
 Malattia mentale
 Meningite
 Morbo di Parkinson
 Psicosi
 Schizofrenia
 Sclerosi multipla
 Vertigini
Denti/gengiveDisturbi ai denti e gengive
 Gengive sanguinanti
 Piorrea
FegatoCirrosi epatica
 Epatite
 Itterizia
GambeCrampi
 Flebite
 Vene varicose
GhiandoleEsaurimento surrenale
 Fibrosi cistica
 Gonfiore ghiandolare
 Gozzo
 Prostatite
MuscoliDistrofia muscolare
 Mal di schiena
 Reumatismo
OcchioAmbliopia
 Astenopia
 Cataratta
 Congiuntivite
 Disordini della vista e della messa a fuoco
 Glaucoma
OrecchioOtite
OssaFratture
 Osteomalacia
 Osteoporosi
 Rachitismo
PelleAcne
 Ascessi
 Carbonchio
 Herpes
 Eczema
 Foruncoli
 Herpes zoster
 Impetigine
 Lividi
 Morsi di ragno e di serpente
 Piaghe da decubito
 Piede d’atleta
 Psoriasi
 Scorbuto
 Scottature
Polmoni/apparato respiratorioAllergie
 Bronchiti
 Asma
 Enfisema
 Fumo
 Influenza
 Pertosse
 Polmonite
 Raffreddore comune
 Rinite allergica
 Tubercolosi
ReniCalcoli renali
 Nefrite
Sangue/apparato circolatorioAlto livello di colesterolo
 Anemia
 Anemia perniciosa
 Angina pectoris
 Arteriosclerosi
 Diabete
 Emofilia
 Emorragie gastrointestinali
 Etilismo
 Flebite
 Ictus
 Ipertensione
 Ipoglicemia
 Itterizia
 Leucemia
 Lividi
 Mononucleosi
 Vene varicose
StomacoCancro allo stomaco
 Gastrite
 Gastroenteriti
 Ulcera peptica
TestaCefalea
VescicaCistite
GeneraleAIDS
 Artrite
 Beri-beri
 Cancro
 Difterite
 Dolori alla schiena
 Etilismo
 Febbre
 Febbre reumatica
 Ictus
 Infezioni
 Influenza
 Kwashiorkor
 Morsi di serpenti e insetti
 Poliomielite
 Sovrappeso e obesità
 Stress
 Varicella
 Encefalite
 Febbre tifoidea
 Folgorazione
 Infezioni da stafilococco
 Morbillo
 Raffreddore comune
 Shock elettrico
 Sistema immunitario
 Stanchezza
 Tetano
 Tossicodipendenza
 Vaccinazioni

Vitamina C guarì polio durante l'epidemia del 1948 - 49.


La vitamina C supera i vaccini. 


La vitamina C protegge dal Coronavirus 

La rivista medica raccomanda la vitamina C per COVID-19 e la sindrome da distress respiratorio acuto correlata



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